STADIO A SAN LORENZO L’ACCORDO SI PUÒ FARE
di Alessio Mereu
La vicenda dello stadio Sant ’Elia continua a impegnare le pagine dei giornali tanto da distrarre l’opinione pubblica dai problemi molto più preoccupanti come la crisi economica e la mancanza di prospettive che angoscia le future generazioni. Questa è la dimostrazione di quanto l’argomento sia di grande interesse. A leggere le cronache si capisce che tutti hanno torto: da un lato gli amministratori comunali che si sono avvicendati negli ultimi 10 anni, e dall’altro lato la società Cagliari Calcio che, tra una proposta e l’altra, si ostina a far cadere le responsabilità dell’inagibilità della struttura sul Comune di Cagliari che, sempre secondo la Società Cagliari Calcio, negli anni non avrebbe effettuato la manutenzione di competenza. In realtà oggi, osservando l’impianto con la dovuta attenzione e senza farsi condizionare da giudizi di parte, si può dedurre che l’unico settore idoneo risulta essere il campo da gioco, ricostruito a spese del comune nel dicembre 2003; il resto versa in condizioni di completo degrado (dalla recinzione alle gradinate), tanto da far ritenere il suo recupero antieconomico. Sulla vicenda non sono mancati giudizi di autorevoli politici, giornalisti e personaggi illustri del calcio come Gigi Riva, il quale sostiene che lo stadio Sant’Elia è un patrimonio da salvaguardare ritenendo conveniente il suo recupero. Con tutto il rispetto che si può avere per un uomo che ha portato la bandiera del calcio della Sardegna per anni e senza dimenticare che nell’attuale stadio si sono svolte manifestazioni regionali e internazionali che hanno dato lustro alla nostra città e la possibilità ad ognuno di noi di vivere momenti esaltanti, credo sia giunto il momento di porre fine, una volta per tutte, ad atteggiamenti che portino ad uno scontro tra maggioranza e opposizione in consiglio comunale e tra Amministrazione e Società Cagliari- Calcio. Tralasciando il passato e i contenziosi tra Comune e Società che seguiranno percorsi diversi è necessario fare una serie di valutazioni: a. L’attuale stadio (costruito nel 1970 e ristrutturato nel ‘90) in una sede, allora considerata periferica, oggi non risulta più funzionale ai volumi di traffico veicolare in costante aumento; b. La sua dimensione è ritenuta eccessiva rispetto alle nuove esigenze del calcio professionistico che richiede uno stadio di 25mila posti rispetto ai 40mila dell’attuale; c. L’impianto è diventato obsoleto e la sua ristrutturazione comporterebbe oneri per l’Amministrazione molto rilevanti e destinati a perpetuarsi nel tempo; d. Il rapporto costi- benefici non è quantificabile in quanto la struttura è destinata ad un evento quindicinale per circa 9 mesi all’anno e per il restante periodo non fruibile dalla cittadinanza. e. La possibilità che lo stadio nuovo venga costruito a Elmas sembra ormai definitivamente tramontata. Non rimane altra soluzione, viste le ristrettezze economiche che investono l’Amministrazione Comunale, che pensare ad un nuovo stadio moderno e funzionale la cui collocazione dovrà essere individuata nel territorio del comune di Cagliari, in una zona periferica e strategica per la viabilità e le cui spese dovranno essere messe a carico del privato. La piana di San Lorenzo sembra essere una delle ipotesi più praticabili. E su questo dovrà essere basato qualsiasi ragionamento tra l’Amministrazione Comunale e la Società Cagliari-Calcio, qualora quest’ ultima abbia interesse alla soluzione prospettata.
Capogruppo Riformatori Comune di Cagliari