Islam
L’APPELLO I musulmani cagliaritani sono stufi dei locali angusti in via del Collegio, trattativa col Comune: «Costruiremo il nuovo tempio a nostre spese, intanto indicate una piazza per pregare»
Pronti a pregare anche in piazza pur di lasciare la piccola moschea, che va stretta alla comunità di fedeli. L’obiettivo dei musulmani cagliaritani adesso è uno solo: costruire un tempio di preghiera. Via del Collegio, alla Marina, è diventata anche quest’anno la moschea a cielo aperto. Il problema lo conoscono tutti, è lo stesso da almeno due anni: un piccolo locale, senza finestre, che può contenere al massimo 150 persone. Sicuramente inadeguato ad ospitare i fedeli (in tutto circa 900), che ogni venerdì arrivano da diverse zone della città e dall’hinterland per ascoltare la preghiera dell’imam Triki Mehrez. E che perciò spesso si ritrovano costretti a riversarsi in strada, o a rinunciare alla preghiera. Una scelta, quella dela rinuncia, che hanno fatto soprattutto le donne, almeno una quindicina, che devono pregare separate dagli uomini perché, come prescrive il Corano non ci possono essere distrazioni durante il rito.
GLI INCONTRI COL COMUNE Ma nel frattempo, continuano gli incontri tra i rappresentanti del Municipio e la comunità. Per ora l’unica soluzione sembra quella di trovare uno spazio all’aperto da concedere ai fedeli per almeno questo periodo primaverile e estivo, un’alternativa possibile per il rito del venerdì. «Tutti sono d'accordo che non possiamo andare avanti in queste condizioni», ha spiegato Sulaiman Hijazi, responsabile della moschea, «vogliamo andare via da questa moschea, ma il Comune non ha un locale abbastanza grande da affittarci, perciò approfittiamo delle belle giornate per pregare all’aperto, non sappiamo ancora dove, ma ci basterebbe anche una piazza ». Il quartiere della Marina, nonostante i teloni e i tappeti il venerdì occupino la strada, è solidale, in attesa di una soluzione, sempre in vista, ma da troppo tempo.
LE SOLUZIONI TAMPONE Ora la preghiera comincia presto e finisce prima dell'uscita degli studenti della scuola media “Manno”. Oltre al rito del venerdì, le due feste del lunario islamico sono due, una alla fine di agosto, la fine del Ramadan, e l'altra il Giorno del sacrificio, all'inizio di novembre. L'anno scorso i musulmani hanno potuto festeggiare la fine del Ramadan, in un padiglione della Fiera di viale Diaz, concesso a titolo gratuito. La scelta di concedere il locale, aveva suscitato qualche polemica in città, in particolare, l’arcivescovo Giuseppe Mani, senza mezzi termini aveva invitato gli islamici cagliaritani “a farsi da sé” il loro luogo di culto. Infatti l’obiettivo della comunità, rimane proprio quello di poter costruire una moschea in città, che potrebbe diventare anche un centro di didattica, non solo per i musulmani. «Dobbiamo trovare i finanziamenti, ma non li chiediamo al Comune, sappiamo che questo è un periodo di forte crisi per tutti», ha detto Hijazi, «la moschea che pensiamo potrebbe avere anche una biblioteca, con uno spazio didattico, magari per insegnare l'arabo a tutti i bambini, alla portata di tutti, musulmani e no».
Monica Magro