Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Le caserme di Calamosca in cambio di Tuvixeddu

Fonte: La Nuova Sardegna
6 ottobre 2008

SABATO, 04 OTTOBRE 2008

Pagina 1 - Cagliari



La Regione lancia un’ipotesi di accordo col privato Martedì prossimo Soru e Mongiu dal ministro Bondi




MAURO LISSIA

CAGLIARI. Un edificio ex militare da 150 mila metri cubi in cambio dello stop definitivo ai lavori edili sul colle di Tuvixeddu: è la proposta, ancora informale, che la Regione ha rivolto al costruttore Gualtiero Cualbu e che lo staff tecnico di Nuova Iniziative Coimpresa sta valutando in queste ore. L’edificio offerto in permuta è una caserma di Calamosca, vicinissima al mare in un’area ancora in gran parte vergine da interventi immobiliari. Cualbu potrebbe trasfomarla in un hotel, sarebbe la sola struttura ricettiva di lusso in una città come Cagliari che si specchia sul mare ma che sembra voglia tenerlo nascosto ai suoi visitatori. A confermare l’ipotesi di scambio è l’assessore regionale ai Beni Culturali Maria Antonietta Mongiu, da sempre sostenitrice del dialogo come soluzione del dilemma-Tuvixeddu: «Ho trovato l’ingegner Cualbu possibilista, direi anche disponibile a valutare quest’offerta. Nei prossimi giorni approfondiremo il discorso, sarebbe un grande successo per tutti se riuscissimo a chiudere questa vicenda senza passare più per tribunali».
L’assessore non conferma, ma secondo altre fonti l’offerta della Regione al gruppo Cualbu sarebbe più estesa: nel pacchetto entrerebbero altre due caserme in fase di dismissione, l’intero compendio militare che si trova all’ingresso di Calamosca. La Regione dovrà decidere che cosa fare di queste prossime proprietà e il passaggio delle strutture a Cualbu, nelle condizioni in cui si trovano gli immobili, sarebbe uno sbocco realistico e compatibile sul piano economico. L’amministrazione perderebbe alcuni edifici in un’area pregiatissima, ma la città guadagnerebbe una necropoli di interesse internazionale libera da interventi edilizi. Di fronte a un accordo qualsiasi ostacolo di carattere giuridico cadrebbe di colpo. Ma è chiaro che la possibilità di arrivare a un accordo è strettamente legata al valore attribuibile al progetto Coimpresa per Tuvixeddu, autorizzato e sottoscritto con l’accordo di programma dell’agosto 2000. Quanto valgono le aree edificabili e quanto il gruppo Cualbu ha programmato di ricavare dalla vendita degli immobili in costruzione? Chi, fra Regione e privato, sarà disposto a fare un passo indietro e uno in direzione dell’operazione di permuta a suo tempo rilanciata anche dal presidente della Provincia Graziano Milia, dopo che per anni le associazioni ecologiste l’avevano indicata come la sola realmente accettabile per le parti in causa?
Martedì prossimo intanto il governatore Renato Soru e l’assessore Mongiu voleranno a Roma per incontrare il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi. Illustreranno la proposta presentata martedì scorso in sede di comitato di vigilanza sull’accordo di programma del 1999, quello che ha stabilito le norme e le condizioni per la realizzazione del parco pubblico: un’indagine geognostica con tecnologie adeguate dell’intera area dei colli, comprese le superfici esterne al sito archeologico. Soru e l’assessore Mongiu chiederanno un vincolo almeno provvisorio, che garantisca alle sovrintendenze e alla stessa Regione il tempo di andare avanti nella ricerca. E gli uffici statali sono ormai i soli, sentenze dei giudici amministrativi alla mano, ad avere il potere di imporre vincoli sul compendio storico cagliaritano. Martedì scorso Bondi ha incontrato il direttore regionale dei Beni culturali Elio Garzillo, la sovrintendente archeologica ad interim Fulvia Lo Schiavo e il responsabile dei beni architettonici e paesaggistici Gabriele Tola. Secondo l’assessore Mongiu il ministro è impegnato a trattare quello di Tuvixeddu come un caso nazionale, amplificato dalle iniziative pubbliche di Italia Nostra e dall’interesse che i giornali nazionali hanno dedicato alla necropoli punico-romana minacciata dal cemento. Per arrivare a una soluzione concordata sarebbe necessario sanare il conflitto - pacato ma ormai palese - fra Garzillo e la sovrintendente Lo Schiavo, il primo deciso a difendere alla morte l’area dei colli, la seconda asserragliata entro i limiti delle competenze assegnate dalla legge al suo ufficio. Fra i due è emersa la sovrintendenza archeologica - sotto la gestione di Fausto Martino - che ha bocciato due nullaosta paesaggistici concessi dal Comune a Coimpresa, contro i quali è in arrivo un nuovo ricorso al Tar. Ma è chiaro - è l’opinione più diffusa - che un’intesa fra i tre uffici aprirebbe la strada per la prima volta a un’operazione di tutela legale della necropoli e del paesaggio naturale in cui le sepolture sono inserite.