Si rompe l’asse Cellino-Elmas. La società ha diffidato il Comune ad accelerare le pratiche per lo stadio a Santa Caterina
TRIESTE Stadio praticamente esaurito. Oltre ventimila spettatori sulle tribune del «Nereo Rocco». E la solita frangia di tifosi sensibile al presidente Cellino, che non ha perso occasione per insultare il sindaco Zedda. Ieri non sono mancate le polemiche sul braccio di ferro che il patron del Cagliari ha ingaggiato col primo cittadino, anche se la giornata sportiva le ha lasciate sullo sfondo per alcune ore. L’accoglienza della città alla squadra e ai suoi tifosi è stata delle più simpatiche. Le bandiere dei quattro mori campeggiavano in più parti dell’impianto. In Piazza Unità d’Italia un grande striscione beneaugurante: «Benvenuti agli amici sardi». Sciarpe e magliette rossoblù non si contavano. Tifosi sardi sono arrivati addirittura tra Firenze per vedere la squadra, come la signora Luisa. «Sono nata a Quartucciu, vivo in Toscana da oltre vent’anni e non ho voluto perdere questa occasione. Sto incontrando tanti sardi, che emozione». Intorno all’impianto si respirava un clima di festa, complice anche la giornata primaverile. I cori e gli insulti lo hanno guastato quasi subito. Proprio mentre Cellino sperava nel colpaccio calcistico, la polemica sullo stadio riprendeva vigore, e proprio per “merito” del presidente del Cagliari, che nei giorni scorsi aveva inviato una diffida al Comune di Elmas, intimando il sindaco Walter Piscedda a dare corso «in modo sollecito e coordinato» all’accordo di programma per la realizzazione dello stadio a Santa Caterina. Insomma, il patto di ferro tra Elmas e Cellino si è rotto. Un «mistero buffo», lo definiscono i consiglieri comunali di opposizione. «Probabilmente l’intervento della Procura della Repubblica – ricorda in una nota la consigliera comunale Giulia Suella – ha scatenato un clima da “si salvi chi può” che ha separato di fatto i diversi interessi dei partecipanti al progetto». La vicenda dello stadio a Elmas infatti vede indagato per abuso d’ufficio (in concorso col sindaco) e tentata estorsione lo stesso presidente del Cagliari, interrogato a metà febbraio per cinque ore dal pm Emanuele Secci. Per Elmas sembrava tutto pronto, con Regione e Provincia perfettamente allineate con Cellino, il Comune grande sponsor e solo l’Enac (lo stadio sarebbe a pochi metri dalla recinzione dell’aeroporto) a far il bastian contrario. Ora l’armonia si è spezzata, proprio quando con Zedda si apriva la disfida sul Sant’Elia. Sul futuro stadio a San Paolo è intervenuto anche il consigliere comunale e regionale Pdl Edoardo Tocco. «San Paolo è una scelta senza logica. I contendenti facciano un passo indietro e pensino a rimettere in sesto il Sant’Elia». Insomma, sul futuro dello stadio grande è la confusione sopra il terreno di gioco. Per adesso si sa che la partita di lunedì 16 aprile, contro il Catania, formalmente in casa, si giocherà al 99 per cento ancora al «Nereo Rocco». Il resto è nebuloso
(r.m.).