Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Sella del Diavolo, un’oasi con tanti problemi

Fonte: La Nuova Sardegna
10 aprile 2012

Una passeggiata organizzata degli ambientalisti per promuovere la difesa e la valorizzazione del colle




CAGLIARI Una passeggiata a piedi con vista sul golfo degli angeli nel lunedì dell'angelo. In una giornata con cielo terso oltre 150 persone - molte più di quelle che ci si attendeva - hanno preso parte all’escursione guidata e promossa dalle associazioni Aloe Felice e Ambiente Sardegna, sul sentiero naturalistico e archeologico della Sella del Diavolo, uno degli autentici gioielli naturalistici e culturali della città. Un luogo affascinante, dove mistero e leggenda si uniscono in un’ordinata armonia con la natura. La leggenda racconta della battaglia per il possesso del luogo tra gli angeli e Lucifero. Nella fuga questi perse la sella che cadde e si pietrificò dando il nome al promontorio. Il compendio naturalistico Sant’Elia-Sella del Diavolo sorge infatti su uno degli ultimi colli rimasti nella città. Inizialmente questi erano 12. Sono divenuti poi sette a causa della loro composizione cementizia, utilizzata per la ricostruzione della città nel dopoguerra. La natura selvaggia del luogo è dovuta alla sua appartenenza militare che ha permesso al luogo di conservarsi incontaminato. Vi si trovano eccezionali esemplari botanici - come il sacro poterio spinoso: la pianta utilizzata per cingere la testa di Gesù con la corona di spine - e testimonianze etnografiche e folcloriche. Nel punto più elevato del promontorio a 138 metri sul livello del mare, esisteva un tempio punico dedicato al culto della dea Astarte - presente in tutti i paesi del Meditarreneo - di cui ora rimangono solo delle tracce che sono oggetto di uno scavo archeologico affidato a Donatella Salvi e finanziato dal Comune di Cagliari. Lo storico Erodoto ci ha tramandato il suo mito: quello della sacra prostituzione. Nei pressi sorge anche un fortino di osservazione costruito durante la seconda guerra mondiale e la torre di Sant' Elia abitata dai monaci vittorini nell' XI secolo. Ad est è poi visibile una cisterna romana e di fianco il sistema di vasche e canalette per far confluire l’acqua piovana. A ovest è invece presente una grande cisterna punica. Tra gli obiettivi delle associazioni - oltre a far conoscere le bellezze del luogo - vi è quello di raccogliere fondi per l’affitto di un terreno da destinare a orto sociale e per la coltivazione di piante di aloe. Michele Ciampi