IL BILANCIO
Non è stato un fulmine al ciel sereno: il Cagliari Calcio sapeva che il Comune, da un momento all’altro, avrebbe dovuto procedere col pignoramento milionario. Il presidente dice che quei soldi sarebbero dovuti servire per portare a termine la stagione. Ma già a settembre dell’anno scorso, quando il Cda della società ha chiuso il bilancio di esercizio aggiornato al 30 giugno 2011, alla voce “Altri debiti”, a pagina 36 del documento contabile, compare un incremento, rispetto all’anno precedente, di 8 milioni 433mila 376 euro. Un’impennata così spiegata: «L’incremento della voce “Altri” riguarda principalmente il sorgere del debito verso il Comune di Cagliari di euro 2.012.899, comprensivo di interessi, relativamente alla conclusione della causa nella quale la società è stata condannata dal tribunale di Cagliari a pagare all’ente i canoni di concessione d’uso dello stadio Sant’Elia dal 1970 al 1994». Quindi per un periodo nel quale Massimo Cellino è stato presidente per soli due anni e Massimo Zedda non ha vissuto completamente: è nato nel ‘76. I due adesso si scontrano per vicende giudiziarie che non dipendono da loro, ma che hanno fatto solo il loro corso. Nella voce di bilancio “Altri debiti” si fa anche riferimento al «sorgere del debito verso Infront per euro 7 milioni 500mila euro relativamente ai diritti di prelazione su diritti Tv, estero, digitale terrestre e internet che nei precedenti esercizi erano stati imputati tra i risconti passivi come oneri pluriennali, ma per i quali non è stato esercitato dalla stessa Infront il diritto di opzione per gli altri anni successivi ». Il documento contabile parla di procedure “ben avviate” per lo stadio di Elmas. E si chiude con una perdita di un milione 807mila 384 euro. Una società sana. Comunque. E. F.