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Due ore e mezzo per farsi rateizzare una multa-autovelox dimenticata (1500 euro in 15 mensilità). Altrettante per sapere dell' arrivo di una cartella di 15 mila euro di imposta per una compravendita immobiliare. Va meglio a un marmista di San Michele. Non ha aperto bottega, è entrato tra i primi alle 8,20 e alle 10 ha saldato un conticino di trecento euro e spiccioli: piccole pendenze - anche di 1 euro - che hanno fatto cifra con more e interessi vari. Quanto basta per vederlo imprecare mezzo imbestialito. I presenti, una cinquantina, solidarizzano con lo sguardo, aspettando in silenzio la loro sorte. Via Asproni 17: benvenuti tra i dannati delle tasse.
LA MEDIA Ogni mattina la sede di Equitalia fa un pieno della fila, in media tre- quattrocento contribuenti in lite col fisco (Agenzia delle Entrate, Comuni, Abbanoa e via tartassando). Una processione di facce tristi, gente che sbuffa, spazientita ancora prima di varcare l'ingresso: attorno a viale Trieste domina la Ztl fino alle 10,30 del mattino. Bisogna parcheggiare lontano, altrimenti c'è il rischio di multa. Oltre il recinto proibito alle auto di primo mattino ci sono poi solo strisce blu. Risultato: altri soldi da sborsare, oltre quelli della cartella esattoriale. E siccome le attese davanti agli sportelli superano spesso l'ora o due, bisogna correre a cambiare il tagliando-sosta. Si sta sulle spine, per il fisco e il posteggio.
È un bunker. Porte blindate come in banca, armadietti per borse, telecamere in ogni angolo. C'è paura, inutile nasconderlo. Non tanto di rapine, quanto delle reazioni dei visitatori: dopo gli attentati e le lettere esplosive recapitate in molte sedi della penisola, le misure di protezione sono diventate asfissianti.
SICUREZZA Due impiegati lavorano al banco-accettazione, tengono sott'occhio gli schermi a circuito chiuso, distribuiscono i pass per gli uffici del piano superiore, rispondono al telefono, smistano la gente che arriva con una cartella di pagamento e un diavolo per capello. Fanno da primo parafulmine e -non a caso - sono addetti di una ditta esterna specializzata in sicurezza.
TECNOLOGIA Sala d'attesa di duecento metri quadri, trenta poltroncine azzurrino-speranza, faretti e un lampadario hi tech in vendita nei negozi di design (chissà quanto è costato coi soldi delle tasse). Otto sportelli e due ufficetti, spazio riservato per rateizzare il debito. Cortesia (lo riconoscono tutti) dall'altra parte dello sportello. Anche quando - e succede abbastanza spesso - qualche utente alza la voce per una mora esorbitante.
Il totem eliminacode, distribusce i bigliettini e indirizza verso quattro servizi: le casse, informazioni, le rateizzazioni, il conto fiscale che permette di compensare i debiti col fisco con i crediti. Quando sul display compare numero e codice, una voce preregistrata all'altoparlante segnala il turno successivo. Tecnologia all'ultimo grido, comfort a piene mani: chi aspetta il turno ha però altri pensieri.
ERRORI Gente della porta accanto, poche giacche e cravatta, nessuna traccia di ricconi col Suv, evasore tipo secondo l'immaginario collettivo. Tanti anziani, spesso donne spaurite alle prese con un debito spuntato dalla preistoria come una pensionata in attesa di essere ricevuta al piano superiore. «Mi hanno notificato una cartella del '93, non mi ricordo neanche di che cosa si tratta». Ciascuno ha una sua storia, una bolletta dimenticata, una multa pagata in ritardo diventata a colpi di interessi un cazzotto da ko. Oppure una cartella esattoriale già onorata, come quella che Equitalia ha rimesso in riscossione facendo perdere il sonno a una coltivatrice diretta della provincia. Un disguido molto frequente: le hanno spiegato che il consorzio di bonifica non ha trasmesso gli atti all'esattore. Storia di ordinaria ingiustizia fiscale, una delle tante che riempiono di rabbia la gente: «Chi mi rimborsa il tempo perso a venire a capo di un errore?»
DIECI MINUTI Martedì mattina erano aperti cinque sportelli su dieci A mezzogiorno 41 utenti volevano chiedere una dilazione a rate, 5 davanti alla cassa, 56 in attesa di informazioni. Senza grandi speranze di arrivare alla meta. La sede apre alle 8,20 e chiude alle 13 e se a quest'ora c'è ancora la coda è prevista «in casi eccezionali una proroga di dieci minuti», spiega un avviso all'ingresso. E poi? «Gli utenti potrebbero essere non serviti». A domani.
Antonio Martis