I rossoblù
Massimo Cellino fa marcia indietro. Sono di ieri le dichiarazioni, sull' Unione Sarda nelle quali si diceva pronto a lasciare la città alla fine della stagione per l'amarezza legata agli ultimi avvenimenti. Ieri intorno alle 22 - attraverso il sito internet della società - ha diffuso un comunicato di segno opposto. «Mai pensato di lasciare Cagliari», così Cellino a 24 ore dal clamoroso sfogo, «non sono disposto a mollare sotto il peso delle insinuazioni malevole che purtroppo ormai da anni hanno periodicamente come bersaglio la mia persona». Il presidente del Cagliari, dopo il pignoramento da quasi 3 milioni di euro chiesto e ottenuto dal Comune, si era lasciato andare a dichiarazioni forti, certamente trascinato dal clima di guerra diplomatica con il sindaco Massimo Zedda.
Ieri sera, invece, una virata: « La serie A è un bene di valori, di immagine e orgoglio che non può essere acquistata al primo mercatino rionale; non è un immobile, una nave o un aereo: è molto di più, è un valore, valore che in tutti questi anni noi della Cagliari Calcio abbiamo sempre cercato di salvaguardare nel tentativo di tenere in quella serie anche le immagini di Cagliari e della Sardegna. C'è chi lo fa soltanto a parole e chi invece, come noi, attraverso i fatti». Per Cellino «attaccare il mio sindaco vorrebbe dire attaccare noi stessi. In fondo abbiamo uno stesso obiettivo, lui di mantenere alta l'immagine della città, io quella della Cagliari Calcio. Siamo solo due uomini con responsabilità e impegni da cui non possiamo prescindere. La città di Cagliari e la Cagliari Calcio esistevano prima di noi e continueranno ad esistere dopo».
(e. p. )