Da un parere di palazzo Spada destinato al presidente della Repubblica la conferma che le tutele imposte su Tuvixeddu sono legittime e valide
BENI CULTURALI »PARLA IL CONSIGLIO DI STATO
di Mauro Lissia wCAGLIARI Il piano paesaggistico regionale è uno strumento di programmazione che prevale su tutti gli altri strumenti di pianificazione territoriale, che ad esso devono ritenersi subordinati. Quindi il contenuto del Piano urbanistico comunale è carta straccia se lo strumento non è stato adeguato al Ppr. E’ ancora il Consiglio di Stato a cancellare ogni dubbio a chi ancora ne avesse riguardo alla questione di Tuvixeddu, con un parere-ordinanza trasmesso dalla seconda sezione di palazzo Spada al Presidente della Repubblica in risposta al ricorso presentato contro l’impianto generale del Ppr dal Consorzio industriale di Oristano. Nel ricorso si attacca il piano approvato dall’amministrazione Soru nel 2006 per cercare di liberare l’area industriale da alcuni vincoli. I giudici però - presidente Pietro Falcone, estensore Damiano Nocilla – nel respingerlo in tutti e undici i punti sui quali è articolato, entrano nel merito di alcuni aspetti contrastati del Ppr confermandone pienamente la validità, con riflessi piuttosto chiari anche sulla vicenda Tuvixeddu. Prima di tutto il Consiglio di Stato stabilisce ancora una volta come «il bilanciamento tra l’interesse allo sviluppo sostenibile e quello alla tutela del paesaggio» sia «il frutto di un’ampia discrezionalità tecnica, che in sede di scrutinio di legittimità non è sindacabile se non in presenza di determinate condizioni». Ribadisce quindi che l’interesse alla conservazione del paesaggio è superiore rispetto a qualsiasi altro, compreso lo sviluppo del territorio e il profitto delle imprese. Quando poi fanno riferimento agli strumenti di programmazione negoziale - quindi anche agli accordi di programma - i giudici sembrano dare ragione alla tesi di Italia Nostra, per la quale se il Ppr risulta approvato in linea con le prescrizioni di legge, quindi anche «con la concertazione istituzionale e la partecipazione dei soggetti interessati» qualsiasi altro accordo sottoscritto in precedenza risulta superato. Ma se su questo punto è certo che il dibattito tra giuristi andrà avanti è altrettanto certo che il Ppr esce rafforzato da questo parere, espresso ai massimi livelli della giustizia amministrativa e destinato al Capo dello Stato: palazzo Spada infatti conferma la competenza della giunta regionale sarda ad approvare il Ppr e ribadisce la validità dell’istruttoria condotta a suo tempo dalla commissione scientifica, aspetti spesso attaccati negli oltre sessanta ricorsi straordinari contro il Ppr inviati al Capo dello Stato da comuni ed enti. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Comune e gli interessi immobiliari
L’amministrazione Zedda l’ha annunciato: gli uffici sono impegnati nell’adeguamento del piano urbanistico comunale (Puc) al piano paesaggistico regionale (Ppr) così come prevede la legge. Il Puc quindi dovrà recepire le prescrizioni del Ppr riguardo alla tutela del paesaggio storico-culturale di Tuvixeddu, indicando i confini dell’area sottoposta a vincolo diretto e indiretto. Compito non facile considerati gli interessi immobiliari in gioco e la nuova attenzione che la Sovrintendenza ai Beni Culturali ha dedicato al colle dei Punici a partire dalla gestione di Elio Garzillo in poi. Alcuni aspetti della controversia con la Regione - dalla quale il Comune si è sfilato - sono ancora all’esame dei giudici amministrativi, ma le decisioni centrali in merito alla vicenda Tuvixeddu sono in mano alla giunta Zedda.