Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La rabbia di Cellino: me ne vado

Fonte: L'Unione Sarda
5 aprile 2012

IL CASO. Affondo definitivo del sindaco nel confronto legale con il presidente del club rossoblù
 

Il Comune pignora 2 milioni 800 mila euro del Cagliari Calcio
Il Comune ha pignorato 2 milioni e 800 mila euro al Cagliari. Soldi che la società rossoblù aveva depositato nelle casse della Lega di Serie A per poter disputare regolarmente, come ogni anno, il massimo campionato di calcio. Per il Cagliari, il colpo è durissimo: il presidente Massimo Cellino ha fatto l'amara scoperta martedì a tarda sera, quando dagli uffici della Lega di Milano è stato informato dell'esecuzione coattiva della sentenza di primo grado, che vedeva di fronte proprio il Comune e la società di viale La Playa.
Il sindaco Massimo Zedda faceva sul serio e nonostante le cordialità al termine del faccia a faccia con Cellino, giovedì scorso, aveva già firmato il documento che autorizzava i legali del Comune ad andare fino in fondo. Fino a Milano, per la precisione.
Non basta l'amara soddisfazione, per Cellino, della “vittoria” sulla spinosa questione dei lavori al Sant'Elia: la commissione di vigilanza sugli spettacoli, giusto ieri, ha confermato l'inagibilità dei Distinti, mentre il presidente del Cagliari sostiene che anche la curva Nord sarebbe stata di fatto chiusa. Ecco perché, a conti fatti, la trasferta casalinga del Cagliari era non solo necessaria, ma obbligata.
Presidente, si poteva evitare questa guerra tutta cagliaritana?
«Sì, ma sono deluso, triste, non dormo da due notti per quanto sta succedendo e per l'umiliazione, davanti a tutta Italia, che devo subire. Questo sequestro chiesto e ottenuto dal Comune della mia città mi offende e mi copre di vergogna. Quei soldi servivano per chiudere la stagione e mai, da quando guido il Cagliari, ho avuto problemi di questo tipo con chiunque».
Il Cagliari deve soldi al Comune?
«No. Nell'ultimo incontro con il sindaco, ho detto che aspettavo di quantificare, con loro, quello che eventualmente avremmo dovuto, sollevando il Comune di eventuali debiti con noi. Se avessi saputo che il sindaco aveva già deciso di dare seguito alla sentenza, avrei coperto la cifra con una fideiussione. Zedda è giovane, alla sua età anche io ho fatto un sacco di cose avventate».
Questa è la sua versione. Intanto, potevate evitare di andare fino alla sentenza.
«La Cagliari Calcio ha sempre pagato tutto, anche le spese che non erano di nostra competenza. Peraltro, mai rimborsate. Con la parola fra gentiluomini di ritrovarsi, un giorno, per quantificare crediti e debiti. Il Comune vantava crediti delle gestioni dal 1974 al 1981, convenzioni firmate da vecchi amministratori che la società “saldava” con la pubblicità, con abbonamenti o altri vantaggi che non voglio specificare. Quando presi il Cagliari, ne parlai con il sindaco di allora, Roberto Dal Cortivo, e decidemmo di soprassedere dal punto di vista legale. La causa invece è andata a sentenza, dopo essere rimasta latente per 18 anni. Ci saremmo difesi in appello, ma nel frattempo stavo dialogando con il Comune. Dopo averlo spiegato a Zedda, alcuni giorni fa, ho anche invitato lui e la giunta a vedere come crescono i talenti della musica all'accademia di Assemini».
Magari per ora non se ne farà nulla. Piuttosto, in Prefettura è venuto fuori che al Sant'Elia non avreste potuto ospitare la partita con l'Inter. Qual è il suo commento?
«Ho realizzato solo ieri notte che sto portando la squadra lontano da Cagliari fino alla fine del campionato. Per giunta, con accuse infamanti, di essere un estorsore ( la vicenda Sogaer ) o magari un cattivo pagatore, dopo il pignoramento in Lega. Sono andato a Trieste perché non avremmo avuto lo stadio, lo sapevo e da ieri ho la conferma. Cosa avrei potuto fare, se avessi aspettato il Comune e i suoi lavori senza fine? Ho proposto a Zedda di lasciare che fosse il Cagliari a occuparsi delle reti di protezione per le strutture, avremmo aperto e chiuso il cantiere in due settimane. Invece siamo quasi al punto di partenza. Fortunatamente, ho trovato un Comune come quello di Trieste che ci vuole perfino dare un contributo per la trasferta».
Quanto costa l'operazione Trieste?
«A parte la delusione per non poter accontentare i tifosi, c'è il rimborso per tutti gli abbonati. Con lo stadio aperto, avremmo incassato i diritti televisivi delle partite. Fra aerei, alberghi e spese di vario tipo, superiamo i 200 mila euro. Ma quello che mi pesa di più è la vergogna che provo per tutta questa storia. Non mi spiego questa cattiveria, tutto il fango sull'onorabilità del Cagliari. Questo è clima nella mia città, è quello che mi sono meritato. A fine campionato me ne vado, vi libero della mia presenza».

(e. p. )