I sindaci
Il responsabile del caos sull'acconto Imu ha un nome e un cognome: il ministero dell'Economia. «Il governo ha ipotizzato una stima del gettito molto distante da quello Ici degli ultimi anni», spiega Cristiano Erriu, numero uno dell'Anci Sardegna, l'associazione dei Comuni. Ecco perché oggi decidere quanto far pagare è difficoltoso. Di sicuro i sindaci cercheranno di non appesantire l'aliquota sulla prima casa, che dunque dovrebbe restare al 4 per mille, «intervenendo magari sulle addizionali Irpef, perché così chi guadagna di più, paga di più. La casa spesso è il frutto dei sacrifici di una vita». Dunque si cercherà di intervenire sul 7,6 per mille fissato per seconde case e immobili commerciali. «Ma i negozi o i locali artigianali sono in sostanza beni strumentali di un'azienda, per cui si cercherà di non affossarla». La stessa cosa accadrà sugli immobili agricoli, considerati dai sindaci beni strumentali delle imprese rurali: «L'indicazione è di ridurre l'aliquota dal 2 all'1 per mille». Detto questo, però, bisogna far quadrare i conti. Anche perché sul gettito di seconde case, immobili commerciali e agricoli lo Stato si porterà via il 50%. Ecco perché i Comuni sono in difficoltà: «I servizi primari vanno garantiti ai cittadini e sarà fortunato chi riuscirà a farlo».