Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Esule anche da morto senza tomba da sette giorni

Fonte: Sardegna Quotidiano
3 aprile 2012

 Cimitero

 

SAN MICHELE Trasferito nell’Isola dall’Istria adesso non viene seppellito perché residente a Selargius. Il genero, Luigi Atzeni, ex consigliere comunale: allucinante, la nostra vita è a Cagliari

Esule in morte così come lo fu in vita. È la storia amara di Antonio Moratto, nato in Istria ma cagliaritano d’adozione, che da più di una settimana aspetta una degna sepoltura. La sua bara è ferma nella camera mortuaria del cimitero di San Michele dove non ha ottenuto l’au - torizzazione per essere tumlato a causa dei cento metri che separavano la sua residenza dal confine di Cagliari e della burocrazia che non guarda in faccia nessuno, nemmeno alla morte. «È come se fosse nuovamente in un campo profughi, una vera cattiveria», commenta sconsolato il genero Luigi Atzeni, che si sta battendo per far seppellire il padre di sua moglie nel cimitero dove riposano tutti i suoi parenti. Il regolamento di Poliza mortuaria prevede una possibilità di deroga per i non residenti, in caso di “stretti e comprovati legami affettivi, familiari e sociali” che in questo caso non vengono ritenuti sufficienti. «Ma conosco bene le regole, ho contribuito io a elaborale quelle norme quando ero consigliere comunale », precisa Atzeni, «e il caso di mio suocero rientra in quelli previsti per la deroga. Ma in questo Paese di burocrati ci si dimentica della persona». È amareggiato Atzeni soprattutto pensando a quella che è stata la storia di suo suocero. Nato in Istria nel 1928, dopo la guerra Antonio Moratto decise rimanere italiano. Per farlo peró, visto che quei territori erano passati alla Jugoslavia, non potè fare altro che abbandonare le sue aziende e i suoi beni e raggiungere come profugo Trieste assieme alla moglie Gemma Druscovich. Lavorò sodo, entrò nelle Ferovie dove rimase come macchinista fino alla pensione. Poi nel 2000 si trasferì a Cagliari, sempre con sua moglie, per raggiungere la sua unica figlia Orietta che qui si era sposata con Atzeni e aveva avuto tre figli. I Moratto presero casa non lontano dalla famiglia della figlia, a Su Planu nel Comune di Selargius, ma a solo cento metri dal confine con il Comune di Cagliari. Qui in Sardegna Antonio e Gemma hanno festeggiato i loro 50 anni di matrimonio, celebrati nel 2006 nella parrocchia che frequentavano: San Pietro e Paolo in via Is Mirrionis a Cagliari, appunto. E sempre a Cagliari c’è tutta la storia della famiglia Atzeni: Luigi è nato e cresciuto in città, suo padre è stato consigliere regionale così come lui è stato consigliere comunale dal 2001 al 2006. I suoi tre figli frequentano scuole di Cagliari e lui e sua moglie si sono sposati nella basilica di Bonaria. «Ora mi si dice che non sono cagliaritano e che non ho nulla a che fare con la famiglia di mia moglie». Di non poter seppellire il loro caro nel cimitero di San Michele, gli Atzeni lo hanno scoperto a poche ore dalla prevista tumulazione con grande sconcerto e dolore. «Mia suocera era incredula, ha detto ‘non ci vogliono nemmeno qui’. Una cosa indegna, sto facendo di tutto ma se entro domani non troverò una soluzione sarò costretto a seppellire mio suocero dove mi dicono. Ha diritto di riposare in pace, non lo posso lasciare in qualla specie di campo profughi».

Maddalena Brunetti