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L’ACCUSA L’assessorato alla Cultura compra opere dello scultore Paladino per i Giardini pubblici. Casu e Chessa: spesa sbagliata in tempo di crisi. Spunta anche una consulenza da 2.500 euro
Cinquantamila euro per cinque statue di terracotta e acciaio di Mimmo Paladino. Un artista, come si dice, di chiara fama. Ma la spesa deliberata a novembre dal Comune, per l’acqui - sto delle opere della collezione “I dormienti ”, piace poco e niente ai consiglieri dell’opposizione Paolo Casu (Psd’Az) e Gianni Chessa (Udc), che con un’interrogazione fanno le pulci alla giunta e all’assessorato alla Cultura, che hanno deciso di spendere una cifra tutt’altro che modesta per comprare le statue destinate all’arredo dei Giardini Pubblici. I due muovono pesanti critiche su due fronti. La somma sborsata, innanzitutto, considerata esagerata in un periodo di vacche magre. E sotto accusa finisce anche la decisione di puntare su un artista non sardo, per quanto quotatissimo, a discapito di “colle - ghi” isolani. I
DOCUMENTI SULL’ACQUISTO Il 28 novembre del 2011 la giunta delibera il progetto “Mondi possibiliinventing the city–1 step: il museo nel Tessuto Urbano”, che prevedeva l’acquisizione dell’opera “I Dormienti ” del beneventano Paladino. I giardini pubblici, si legge in una determinazione del dirigente del servizio Cultura Serenella Piras del 29 dicembre, sono interpretati come “un prolungamento ideale dell’attività della Galleria comunale d’arte e delle sue collezioni”. C’è poi una relazione della direzione dei musei civici, “che individua nell’opera di Mimmo Paladino, uno dei protagonisti dell’arte contemporanea italiana, un interessante e importante aggiornamento delle collezioni civiche d’arte ”. A garanzia della scelta viene portata anche una “scheda storico-critica e relativa stima del gruppo scultoreo redatta da Maria Luisa Frongia, ordinario di Storia dell'Arte Contemporanea della facoltà di Lettere”. Una consulenza da quasi 2500 euro, che l’assessorato decide di liquidare con un atto datato 18 novembre. Fatte tutte queste premesse arriva la decisione: 50mila euro per i pezzi artistici di 140 per 70 centimetri, raffiguranti figure umane e animali.
LA CRITICA SUL RISPARMIO «Il risparmio», dicono Chessa e Casu, «sembrava una delle caratteristiche principali di questa amministrazione. Quest’atto semba andare in tutt ’altra direzione». I due consiglieri sottolineano anche che le opere destinate a Cagliari non sarebbero altro che doppioni di quelle donate in passato dall’artista al Comune di Poggibonsi.
LA REPLICA DEL MUNICIPIO Dal Comune arriva una precisazione: i soldi per comprare le statue, previsti da entrate straordinarie, arrivano da un capitolo di bilancio istituito dalla precedente amministrazione, denominato “acquisto opere d’arte per aggiornamento collezioni civiche”. Insomma: soldi che erano in cassa proprio per acquistare le statue. L’assessore Enrica Puggioni si riserva di rispondere con più dettagli in Aula. Enrico Fresu