RIFIUTI
Smaltire i rifiuti costa sempre di più ai sardi, e Cagliari, pur tenendo la tariffa bloccata da cinque anni, è la città con la tariffa più alta dell’Isola. Un aumento generalizzato dei costi cui non corrisponde un miglioramento proporzionale dei servizi. il quadro viene fuori da un’indagine condotta dall’Osservatorio prezzi dell’associazione Cittadinanza attiva, i cui dati sono stati pubblicati in un vero e proprio “dossier rifiuti” che passa ai raggi x le tariffe e relativi servizi di tutti i capoluoghi di provincia italiani. DOSSIER SARDEGNA In Sardegna la spesa media dei contribuenti per il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani è aumentata dell’1,9 per cento nel 2011, e del 3,1 per cento nel corso degli ultimi cinque anni, toccando quota 263 euro, ossia ben 17 euro in più rispetto alla media nazionale, ferma a 246 euro a testa. Nella particolare classifica sarda, Cagliari è il Comune con la tariffa media più alta, 306 euro, ma se può servire da consolazione, dal 2007 a oggi la spesa dei cagliaritani non è aumentata. A Nuoro, dove si pagano 255 euro a testa per il la Tarsu, la spesa è diminuita dell’11,1 per cento in cinque anni, registrando un dato in assoluta contro tendenza con il resto del Paese. I sassaresi spendono in media 246 euro per la Tia (è l’unico capoluogo della Sardegna che in ossequio al decreto Ronchi del 1997 ha adottato la Tariffa di igiene ambientale), ma si sobbarcano un aumento del 34,4 per cento rispetto al 2007, quando pagavano 183 euro; un aumento questo che non ha uguali in Italia. Oristano, come Cagliari, non ha subito incrementi di spesa nell’ultimo lustro, e ha la tariffa media più bassa dell’Isola, con 245 euro.
RACCOLTA DIFFERENZIATA Non sono incoraggianti i dati che riguardano la raccolta differenziata. Pur assistendo a un calo nella produzione di rifiuti solidi urbani (con esclusione di Sassari), nell’Isola non si registra un corrispondente aumento della raccolta differenziata, che resta ferma la palo. A Cagliari la produzione di rifiuti è diminuita del 2 per cento (se ne producono 613,8 chilogrammi l’anno per abitante), e la differenziata è appena al 32,1 per cento. Cifre lontane anni luce rispetto ai target fissati per legge, che prevedevano il raggiungimento di almeno il 50 per cento di raccolta differenziata entro il 2009, il 60 per cento entro il 2011 e il 65 per cento entro il 2012. A Sassari, unico capoluogo sardo dove la produzione totale di rifiuti è cresciuta dell’’1,3 per cento (522,7), la differenziata è al 31,5 per cento. Nuoro ha aumentato la raccolta differenziata del 13,6 per cento e si attesta al 62,4. Oristano è il capoluogo più virtuoso con il 65, 3 per cento di raccolta differenziata (+8,8 in un anno). Questo a fronte di una media regionale che in Sardegna fa segnare il 42,5 per cento di differenziata sul totale di rifiuti prodotti.