Basket: una domenica in tv, prima Videolina poi la Domenica Sportiva
A Varese sfida la storia per prendersi i playoff
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Varese rievoca il mito della grande Ignis, anche se negli ultimi trentatré anni ha vinto un solo scudetto dopo averne conquistati sette fra il 1968 e il 1978. Il palazzetto di Masnago è il vero tempio del basket italiano, vi riecheggiano le imprese di Aza Nikolic e Sandro Gamba, di Dino Meneghin e Bob Morse. Varese è anche la città che ha adottato Meo Sacchetti e adesso quella con Varese è la partita che può proiettare il Banco di Sardegna non più solo verso i playoff ma verso una impensabile e invidiabile griglia. Masnago è però anche il parquet dove hanno vinto soltanto Siena, Cantù e Roma: tante altre nobili squadre del grande basket si sono fatte male, molto male (Bologna -23, Treviso e Avellino -16, Milano -10, Venezia -6). Sassari ci aveva invece vinto l'anno scorso (91-84, Tsaldaris 23, Diener 20, White 19 e Sacchetti 10 i giocatori in doppia cifra) ed era stato un successo pesantissimo perché arrivato, forse insperato, dopo una striscia di cinque sconfitte e con l'allora matricola di Sacchetti al penultimo posto. Era stata la vittoria della svolta: prima di allora solo quattro vittorie in dodici partite, da quel momento un fantastico undici su diciotto che ha portato Sassari al sesto posto e ai playoff scudetto. La storia si ripete adesso, ma rovesciata, ribaltata: la Dinamo non si presenta più con l'acqua alla gola come un anno fa. Anzi, ha sei punti di vantaggio che potrebbero diventare otto, in realtà dieci perché Sassari in caso di vittoria avrebbe il 2-0 nello scontro diretto. E sarebbe anche una pesantissima nomination per i playoff perché Varese è oggi proprio la nona in classifica, la prima dei “non eletti”. Sacchetti ha preparato con cura questa partita: il ritiro a Is Molas, il recupero degli infortunati Metreveli e Devecchi che daranno più intensità alla difesa, l'attenzione ai giochi di Varese (che sviluppa una pallacanestro molto simile a quella di Sassari) con l'aggiunta di qualche pizzico di sale, per esempio la imprevedibilità di un giocatore come Diawara che parte ala e te lo ritrovi pivot per un due più uno oppure inizia sottomisura e un attimo dopo sta sparando una tripla. Anche questo Sacchetti, con gli assistenti Ducarello e Citrini, ha provato al Palazzetto. Ultimo allenamento in Sardegna, concluso con l'invasione festosa di centinaia di bambini, altrettanti erano stati quelli delle scuole di Su Planu e Terramaini che i disponibilissimi giocatori della Dinamo avevano incontrato in mattina. Nel pomeriggio, poi, tutti dal sindaco. In chiusura, il sorriso felice di Meo Sacchetti: «Abbiamo colpito nel punto giusto». Bravo coach, adesso il bis, un po' più a Nord, a Varese. A merenda e a cena: su Videolina dalle 18,15 e poi, a tarda sera, sulla Domenica Sportiva.
N. M.