Comune
IL PIANO Un codice per sindaco, assessori, consiglieri e anche dirigenti e componenti delle partecipate: pubblici redditi, proprietà e affiliazioni. La “norma” estesa anche a mogli e figli
Tutto pubblico, tutto trasparente: situazione patrimoniale di sindaco, amministratori comunali, assessori, dirigenti, oltre ai rappresentanti comunali dentro organismi, commissioni e enti partecipati saranno di dominio pubblico. E questo, per la parte politica, vale anche per coniugi, conviventi e figli. Una decisione maturata proprio in nome di quella trasparenza promessa dalla giunta guidata da Massimo Zedda. Il nuovo regolamento sulla pubblicita della situazione patrimoniale degli amministratori è stato stilato dagli uffici comunali degli Affari generali. Dodici punti cardine con tante sottovoci, quelli che formano il documento-regolamento che regola l’attività della pubblica amministrazione. Entro tre mesi dall’elezione i consiglieri comunali dovranno dichiarare le loro proprietà di beni immobili, azioni o quote di partecipazione a società e eventuali ruoli esercitati in qualità di amministratori comunali. A queste voci dovranno allegare l’ultima dichiarazione dei redditi Irpef, presentando il tutto alla presidenza del consiglio comunale, firmando sull’onore che quanto dichiarato è vero. Sarà obbligatorio dichiarare la situazione patrimoniale del coniuge e dei figli, ma solo se questi due soggetti lo consentiranno. Per gli anni successivi, eventuali modifiche rispetto all’ultima dichiarazione dovranno essere comunicate entro il 30 novembre. Un aiuto per far fronte a eventuali ritardi arriverà dallo stesso Comune, che pubblicherà sul suo sito tutti gli avvisi trenta giorni prima della scadenza. In caso di inadempienza, sindaco e presidente del consiglio comunale solleciteranno l’invio dei dati entro quindici giorni, informando sul ritardo del singolo nel bollettino. Le spese legate alla propaganda elettorale non fanno eccezione: anche in questo caso i consiglieri comunali dovranno dar conto di quanto investito. L’iter sarà identico alle situazioni precedenti: dichiarare sull’onore che quanto scritto è vero, dopo di che il rendiconto troverà spazio nell’albo pretorio. Gli amministratori comunali dovranno rendere pubbliche le loro appartenze a organismi legati da qualunque rapporto al Comune e attestare la non appartenenza a società segrete. La bozza del regolamento è stata discussa ieri dalla commissione Statuto. Maggioranza e minoranza hanno deciso di eliminare due punti. Il primo impegnava gli amministratori a comunicare le nuove entrate economiche a mandato concluso, il secondo impegnava la segreteria generale a chiedere dati già forniti dalla persona a un’amministrazione pubblica dove avevano operato in precedenza. «È un documento importante, la trasparenza non è un dettaglio ma un obbligo per chi amministra la cosa pubblica», spiega Giovanni Dore (Idv), presidente della commissione, «la settimana prossima continueremo a discutere e eventualmente integrare il documento. Subito dopo arriverà in consiglio comunale, prevedo tempi rapidi per la sua approvazione definitiva » . Paolo Rapeanu