Fiera
VIALE DIAZ L’ente senza Cda: manca l’accordo sulle poltrone dopo la mannaia di Brunetta L’Unioncamere in campo
«La Fiera è fondamentale per Cagliari ». Poche parole, quelle del sindaco Massimo Zedda, che arrivano all’indomani della notizia dello stallo “politico” sulle nomine nel consiglio di amministrazione dell’ente di viale Diaz. Al vertice, dal 2 gennaio, c’è il presidente Ignazio Schirru. Ma è solo, non può convocare nessuno per discutere del rilancio della Fiera, per programmarne il futuro e mettere in campo piani di sviluppo: sono da molto passati i 45 giorni entro i quali si sarebbe dovuto procedere alla nomina degli altri membri del Cda. Insomma: quello che da più parti viene definito come potenziale motore di sviluppo della città è impantanato nell’ordinaria amministrazione. Tutto per una questione di poltrone sulle quali le varie parti in campo non trovano l’accordo: una paralisi legata a equilibri che si puntellano alla Camera di Commercio (che controlla l’ente) e nel suo governo. Equilibri, poi, ai quali l’ex ministro della Semplificazione, Renato Brunetta, ha dato una pesante spallata nonostante la piccola mole. Gli è bastata una legge che ha stabilito che, in enti come la Camera di Commercio, i componenti del Cda possono essere al massimo cinque. Il provvedimento dovrebbe essere esteso anche alle aziende speciali, e la Fiera è una di queste. Quindi i consiglieri dovrebbero passare da diciassette che erano (in rappresentanza di varie categorie produttive, Regione e Comune) a cinque. Una riduzione drastica, che rischia di scontentare qualcuno. La sala di comando del Largo Carlo Felice 72 sta cercando di correre ai ripari, e di districarsi tra le norme: «Siamo in attesa di un parere richiesto alla Unioncamere», spiega il presidente Giancarlo Deidda, «perché vogliamo capire se la legge Brunetta sul tetto ai consigli di amministrazione riguardi anche le aziende speciali o se è limitata alla Camera di Commercio». Nel secondo caso il problema si risolverebbe facilmente: le quote di controllo potrebbero essere spartite senza troppi dissidi. Ma se da Unioncamere dovesse arrivare un parere contrario allora c’è il rischio che chi rimane fuori (e si potrebbe trattare di rappresentanti degli industriali, agricoltori, pescatori o commercianti) si metta di traverso. E vada ad alimentare ulteriormente le frizioni interne al mondo produttivo cagliaritano. Gli industriali, per esempio, non hanno certo stappato lo champagne quando il loro rappresentante Gianni Biggio, che della Fiera era presidente, è andato via alla fine dell’anno scorso. Al suo posto adesso c’è un rappresentante degli artigiani, Schirru. Che assicura di voler rilanciare l’ente riportandolo a nuova vita. Ma se questo è un obiettivo a lungo termine, c’è n’è uno a breve scadenza: l’approvazione del bilancio, da ottenere entro il 30 aprile. Pena il commissariamento. Enrico Fresu