LA PROTESTA. «Così non riusciamo neanche a pagarci le spese»
Rimborso troppo basso: dagli 80 ai 110 euro
Va bene la passione, passi che l'impegno politico non dovrebbe dipendere dai soli, e bisogna accettare anche il fatto che la crisi impone un taglio alla spesa pubblica. Ma addirittura rimetterci soldi propri, quello no. I consiglieri pirresi, in media, ricevono dagli 80 alle 110 euro ogni mese. Troppo poco, considerato che in realtà, per svolgere nel migliore dei modi il loro dovere da rappresentanti eletti dai cittadini, spendono molto di più.
LO STIPENDIO Ora come ora i consiglieri della Municipalità percepiscono poco più di 20 euro lorde per una seduta dell'assemblea a settimana, quindi al massimo cinque in un mese. Questo vuol dire che nel caso in cui si facciano due riunioni nell'arco della stessa settimana, come capita spesso, gli esponenti dei vari partiti percepiscono un solo gettone di presenza. Una situazione insostenibile per persone che non navigano certo nell'oro, e di conseguenza non possono permettersi di perdere denaro portando avanti l'attività politica.
LE COMMISSIONI I gettoni vengono quindi pagati ai consiglieri solo per le sedute dell'aula, mentre le commissioni e i sopralluoghi che spesso bisogna fare all'esterno per tastare con mano i problemi dei cittadini non sono retribuiti: «Fare il pubblico amministratore significa mettersi al servizio dei cittadini - dice Salvatore Cuboni (Pdl) - questo impegno di generosità mi gratifica quando riesco a migliorare la vita dei miei concittadini. Ritengo anche che questo impegno debba essere ricompensato dalle spese vive effettivamente sostenute e che i cittadini debbano pretendere da noi la più totale trasparenza». Dello stesso parere Giorgio Cabras (Sel): «Facciamo tutto a spese nostre, alla fine paghiamo di tasca. Non abbiamo neanche un rimborso per le schede telefoniche, eppure per ovvi motivi spendiamo tanti soldi al cellulare, per non parlare dei costi della benzina. Va bene fare volontariato, ma perdere soldi non è ammissibile».
Franco Farris, esponente del Pd, aggiunge: «Nell'ultimo mese abbiamo devoluto un gettone di presenza all'Anci, per aiutare i Comuni che hanno subito alluvioni. Quando ci siamo candidati sapevamo le cose come stavano, ma io ho preso 380 voti, con queste preferenze sarei entrato tranquillamente in Consiglio comunale, dove avrei guadagnato molto di più. Quella di candidarmi a Pirri è stata una scelta di cuore. Il problema non è tanto lo scarso guadagno, quanto il fatto che non ci è riconosciuto il grande attaccamento che mostriamo nei confronti dei pirresi, verso i quali siamo ogni giorno a disposizione».
Piercarlo Cicero