L'opinione
Enrico Pilia
Tic-tac, l'orologio è inesorabile e non rispetta i tempi della politica e della burocrazia. Mai. Arriverà prima l'ora legale di una decisione sui chioschi, sullo stadio, perfino sugli spazi musicali. Le giornate si allungano e i tempi si accorciano, ma l'iperattivismo del sindaco non basta a far decollare tutti i suoi progetti. Ieri Massimo Zedda era in tre posti diversi praticamente alla stessa ora - piazza del Carmine, palazzo di giustizia e Monte Urpinu - confortato dal gradimento che non cala e da una giunta decisamente allineata sulle sue (prudenti) posizioni. Intanto, la maggioranza litiga sui baretti, tema carissimo a quella fetta di città che ha votato per Zedda. E pure sullo stadio, culla della passione per il Cagliari, le convergenze sono da ritoccare. All'orizzonte, un'estate piena di punti interrogativi, uno dei quali legato alla musica. La chiusura dell'Anfiteatro, la Fiera inospitale, lo stadio vietato ai concerti, il Poetto violentato l'estate scorsa dai concerti sulla sabbia, tutto questo è il recente passato e lo scenario non è ancora cambiato. La speranza, legata alla prima festa degli alberi nella cava dismessa a Monte Urpinu, era che proprio lì si sarebbero potuti organizzare i concerti estivi. Ieri, alla seconda e ultima festa dei bambini e degli alberi, la sgradita sorpresa: niente canzoni, il problema sarebbe legato all'assenza di un ingresso. Ecco, sarebbe un buon passo avanti, per il Comune, se questo polveroso palscoscenico venisse ripulito quanto prima da una trovata, un'idea, un progetto che riporti la grande musica a Cagliari.