Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Stadio, sì a un incontro»

Fonte: L'Unione Sarda
22 marzo 2012

SANT'ELIA. Interventi di Riformatori, Pd, Idv e Urban center


I Riformatori chiedono che sindaco e giunta promuovano «ogni iniziativa al fine di creare un tavolo di concertazione tra il Comune e la società Cagliari Calcio, al fine di individuare soluzioni che siano rispondenti alle nuove necessità del calcio professionistico ed inoltre allo scopo di verificare se sussista da parte della stessa società la volontà di costruire, a proprie spese, un nuovo stadio in un'area di Cagliari». La mozione firmata da Alessio Mereu, Massimo Fantola, Sandro Vargiu e Roberto Porrà.
Ma sullo stadio di Sant'Elia e sul suo futuro anche ieri sono arrivati tantissimi commenti. Il consigliere regionale Chicco Porcu spiega come «lo stadio più brutto d'Italia» veicoli «un'immagine negativa di Cagliari e della Sardegna di cui deve farsi carico l'intera classe politica sarda. Sono favorevole alla demolizione del Sant'Elia e alla costruzione del nuovo stadio nella stessa area. Il Comune non ha le risorse per ristrutturarlo e vedo molto difficili trovare un privato, in alternativa al Cagliari, che abbia un progetto di gestione economicamente sostenibile. Ma se proprio dovessero prevalere i contrari alla demolizione lasciamo pure il Sant'Elia com'è e si assegnino al Cagliari delle nuove aree a San Paolo o nella piano di San Lorenzo». Il consigliere comunale dell'Idv Ferdinando Secchi invece sostiene che «i problemi dello stadio nuovo non sono attualmente di competenza del sindaco Zedda, che anzi ha fatto il possibile per garantire lo svolgimento delle partite in casa, ma sono del Cagliari Calcio che deve dire subito se vuole aspettare che la vicenda Elmas si sblocchi e dove vuole far giocare la squadra l'anno prossimo». Antonello Gregorini, dell'Urban Center, invece definisce «bamboccioni» i consiglieri di maggioranza in Consiglio comunale che hanno chiesto che la Regione finanzi la ristrutturazione del Sant'Elia e conclude: «Significa non aver compreso che i soldi sono finiti e la cassa è vuota». ( m.r. )