Apre in città il “MeC Puddu’s” dove la “M” sta per malloreddus
L’iniziativa mira a valorizzare la cucina locale
CAGLIARI. Quando il locale e il globale si incontrano abbiamo il fenomeno glocale, che a Cagliari si traduce con la parola MeC Puddu’s, dove la “M” sta per malloreddus e la “C” per culurgiones. È il nuovo punto di ristoro aperto da Ivan Puddu in via Sassari al civico 136. Meglio sarebbe dire: il nuovo fast food interamente e tipicamente sardo. Sessanta posti a disposizione dei cagliaritani, dove il fast diventa slow e la memoria dei sapori antichi si unisce al valore della lentezza. È in questa sintesi che possiamo ritrovare il senso dell’iniziativa di questo ragazzo profondamente innamorato della sua terra e che cerca di proporre un modo di consumare virtuoso perché sostenibile, a chilometri zero e con prodotti solo regionali e “identitari”. Partito da Santa Maria Navarrese con un primo fast food adesso è approdato a Cagliari dove si possono gustare i piatti tipici della nostra tradizione: dai malloreddus ai Coccoi e Gerda di Seulo, dai culurgiones ai salumi di Oliena, dal pistoccu friggiu di Baunei - suo paese d’origine - ai ladeddos sempre di Baunei. E ancora le ottime sebadas nuoresi, la birra artigianale di Tertenia e l’immancabile Cannonau di Jerzu. «Il fast food sta andando alla grande - sostiene Ivan - i problemi riguardano lo start up; l’ organizzazione del personale e i tempi di preparazione del cibo che sono di circa 30 minuti, anche se devono scendere a 20. «I nostri prodotti - prosegue - devono essere cucinati. I culurgiones ad esempio sono cuciti a mano uno per uno e ci vuole del tempo». Dopo il contenzioso che ha visto il colosso McDonald’s intimare a Puddu di ritirare il suffisso Mc - inizialmente coperto da Ivan con la scritta censored e aggiungendo un De al suo posto - sembra che adesso la guerra tra il Golia americano e il Davide sardo si sia risolta con una vantaggiosa pace. Ivan infatti ci tiene a precisare che non ha mai voluto usare il suffisso Mc del marchio pubblicitario per trarne un indebito vantaggio, ma solo per «valorizzare il modo di mangiare veloce e alla sarda dei prodotti della nostra terra». Ecco un modo in cui un sapere antico può diventare un sapore moderno. (m.c.)