L’intesa tra Ateneo e Comune sulle aree universitarie da dismettere
CAGLIARI. La città del futuro passerà dall’accordo tra Ateneo e Comune. Nei locali adiacenti alla clinica Aresu, nella “Fossa di San Giorgio”, un residence per studenti stranieri con 40 posti letto. In via Porcella, invece, nell’edificio che ospitava le suore di Calcutta, presto il Centro linguistico di ateneo. In via Is Maglias, vicino alla facoltà di Ingegneria, la tanto attesa biblioteca.
Sono solo alcuni dei progetti che renderanno Cagliari una vera città universitaria, più giovane e a misura di studente.
Progetti importanti che grazie al protocollo d’intesa firmato ieri mattina, nella sala Consiglio di Palazzo Belgrano, dal rettore dell’Università di Cagliari Giovanni Melis e dal Sindaco Massimo Zedda, potranno essere realizzati senza andare a bando. Un taglio netto dunque alle lungaggini burocratiche e ai costi eccessivi.
La collaborazione tra Università e Comune, voluta dal Magnifico e anche oggetto di una promessa fatta da Zedda in campagna elettorale, segna di certo un passo importante per lo sviluppo, l’istruzione, la ricerca e l’innovazione del territorio.
In questo contesto già si ipotizza il futuro dell’ospedale civile, il San Giovanni di Dio, che a breve chiuderà i battenti: tra i possibili scenari è proprio il rettore a suggerire la nascita di un centro culturale.
«Potrebbe essere un punto di riferimento per i quartieri storici. Crediamo che Cagliari come città universitaria abbia ancora una serie di opportunità da sfruttare. La convenzione prefigura una serie di collaborazioni di intenti per la città. L’università può fornire un prezioso contributo alle attività del Comune grazie ai laboratori di ricerca e alle conoscenze».
Il protocollo d’intesa prevede la realizzazione di interventi di natura infrastrutturale, organizzativa e cooperativa oltre che di potenziamento e qualificazione delle infrastrutture didattiche, scientifiche e residenziali dell’Università. Offrirà inoltre una collaborazione di alta qualificazione all’amministrazione comunale.
«Per una reale città universitaria è necessario applicare le idee, la ricerca, e l’innovazione che l’Università può offrire alla città. Abbiamo già avuto delle collaborazioni tra assessorati e le facoltà di Scienze politiche, Ingegneria e Architettura - sottolinea Massimo Zedda - ecco perché crediamo che questa collaborazione consentirà uno sviluppo futuro per l’intera regione». L’Università affronta anche il problema degli affitti in nero: in attesa del campus universitario, in fase di appalto, è prevista infatti l’individuazione di specifici contratti di locazione attraverso dei piani casa agevolati per studenti e docenti internazionali.
Bettina Camedda