Tar
IL VERDETTO Il consiglio comunale aveva ridotto a 50mila lire il pagamento delle presenze, il tribunale accoglie il ricorso di un eletto del centro storico: c’è il rischio di decine di rimborsi
Sono state abolite per ridurre le spese del Comune. Ma nonostante la loro cancellazione, il municipio potrebbe essere nuovamente costretto ad aprire le casse per le circoscrizioni. Il Tar ha accolto il ricorso presentato da Giovanni Siotto Pintor, avvocato ed ex consigliere della circoscrizione del centro storico, e dopo dieci anni ha annullato la delibera del Consiglio comunale del 2001, con la quale veniva ridimensionato l’ammontare del gettone di presenza degli eletti in circoscrizione. Oltre a costringere via Roma al pagamento delle spese processuali, la sentenza potrebbe aprire la strada alle richieste di integrazione delle indennità erogate dal Comune ai consiglieri dal 2001 alla data della cancellazione dei parlamentini.
LA SENTENZA Il 29 febbraio scorso, la corte, costituita da Francesco Scano, presidente, e dai consiglieri Alessandro Maggio e Tito Aru, ha dato ragione ai ricorrenti laddove contestavano la competenza del consiglio Comunale a stabilire l’entità del gettone: «Dopo l’entrata in vigore del Testo Unico degli enti locali, il consiglio comunale – si legge nella sentenza – non era più competente a fissare la misura del gettone di presenza spettante ai consiglieri circoscrizionali, potendo provvedere solo in ordine al gettone di presenza dei propri componenti». Nel cancellare la delibera, che assegnava per ogni seduta ai consiglieri comunali spettassero 150mila lire e 50mila a quelli circoscrizionali, la corte ha anche respinto l’eccezione presentata dal Comune secondo cui «resterebbe, comunque, preclusa qualunque possibilità di soddisfare la pretesa ad un gettone di presenza più sostanzioso». È infondata, scrivono i giudici che riconoscono l’interesse del ricorrente all’eliminazione della delibera per arrivare ad una diversa quantificazione della diaria.
REAZIONI DAGLI EX PRESIDENTI
«Avevamo ragione. A suo tempo il consiglio comunale non ci ha ascoltato e ha fatto male», dice Alessandro Sorgia, ex presidente della circoscrizione numero 4 che ha portato avanti la battaglia assieme a Pintor. Per Sorgia non è una questione di soldi. «Ho lavorato anche quando non si prendeva un euro», sostiene, «Se la legge, però prevedeva un trattamento diverso è giusto avere quello che ci spetta: non sono soldi rubati, abbiamo lavorato», conclude Sorgia. «Ora esamineremo la sentenza anche con i colleghi per capire come muoverci», dice Paolo Truzzu, ex presidente della circoscrizione 5. «C’è da capire anche se avrà effetto anche su coloro che restituirono i soldi ricevuti». Aspetta di vedere cosa farà il Comune anche Tonio Puddu, ex presidente della circoscrizione Sant’Avendrace, ma intanto rilancia il tema dei costi e benefici delle circoscrizioni. «Quando le hanno abolite abbiamo calcolato che con un mese di stipendio di un consigliere regionale si potevano pagare un anno di gettoni per le circoscrizioni », sostiene. Le assemblee, secondo Puddu, erano tutt’altro che inutili e quello delle spese un falso problema: «Quando ho iniziato, nel 1978, i consiglieri non venivano pagati, ma difficilmente le riunioni andavano deserte » .
Michele Salis