Confermate le accuse al processo contro Sardegna Concerti-Sardinia Jazz che si è aperto ieri davanti alla prima sezione del tribunale
«Nessuna gara e per le forniture si rivolgevano a società legate alla famiglia di organizzatori»
Palco e attrezzature pubbliche usate anche per scopi privati
MAURO LISSIA
CAGLIARI. Il palco e le attrezzature tecniche per il jazz erano state acquistate dal Comune con fondi pubblici ma l’accoppiata Sardegna Concerti-Sardinia Jazz usava l’uno e le altre come se fossero private: a Cagliari, ma anche a Macomer e in altre città. Eppure la convenzione firmata con l’amministrazione parlava chiaro: servivano per il festival jazz e per nient’altro perchè i fondi regionali erano destinati a quello. Un po’ come l’anfiteatro: è un’arena pubblica per gli spettacoli ma erano sempre le solite due società a fare il bello e il cattivo tempo. Per una ragione che è alla base del processo aperto ieri davanti al tribunale presieduto da Mauro Grandesso: la giunta Floris gli aveva concesso il monumento storico, con la sua orrenda gradinata in legno, senza che gli altri operatori dello spettacolo potessero interloquire. Niente, nessuna gara. Solo un accordo privato fortemente sponsorizzato dal centrodestra cagliaritano.
Per questi fatti è a giudizio l’ex dirigente comunale Bruno Soriga (69 anni), che deve rispondere di peculato e di tre abusi d’ufficio e ha scelto il rito abbreviato: il 28 marzo la discussione e forse la sentenza. Poi la funzionaria Luisa Lallai, accusata del solo peculato: ieri non si è presentata nell’aula della prima sezione del tribunale così come Michele Palmas (45 anni) accusato di abuso d’ufficio, appropriazione indebita e truffa. Presenti invece Massimo Palmas (58 anni) imputato di peculato, due abusi d’ufficio, sei fatti di truffa, due falsi in atti pubblici e appropriazione indebita con l’amministratrice Maria Gabriella Manca (42) che risponde di peculato, due abusi d’ufficio, due truffe e appropriazione indebita.
A ricostruire la vicenda è stato Paolo Fraioli, il finanziere impegnato nelle indagini. Rispondendo alle domande del pm Daniele Caria il militare ha illustrato le prove documentali raccolte tra il 2005 e il 2007, confermando - almeno sul piano accusatorio - la gestione ballerina dei beni pubblici affidati alle due società dei Palmas e l’incredibile leggerezza con cui l’amministrazione comunale di Emilio Floris ha condotto i rapporti con due società che nei fatti usavano un luogo e beni pubblici in regime di assoluto monopolio. Fraioli è stato categorico: gli atti dimostrano che ad acquistare le attrezzature è stato il dirigente Soriga per conto del Comune, poi però tutto è finito nelle mani dei Palmas, così come l’anfiteatro. Quando serviva qualcosa, i fornitori prescelti erano «tutte società in rilevanti rapporti coi Palmas - ha spiegato il finanziere - o a loro riconducibili». Come dire che si faceva tutto in famiglia, saltando allegramente le gare pubbliche per le immancabili ragioni d’urgenza. Ogni spettacolo - nella gestione dell’accoppiata Soriga-Palmas - passava come jazz. Persino il cantautore bolognese Francesco Guccini, certo a sua insaputa, venne inserito nel cartellone del festival per giustificare - così sostiene l’accusa - l’uso delle attrezzature e dei fondi pubblici. In un crescendo di rendicontazioni taroccate e di beni pubblici utilizzati anche per scopi personali, quelli che il pm Caria ha elencato dettagliatamente nel capo d’imputazione. Un esempio: nel computer acquistato coi soldi del Comune Michele Palmas custodiva i file degli artisti Elena Ledda e Roberto Sanna, materiale assolutamente privato. Mentre risulta - così ha detto Fraioli - che alcuni beni affidati all’uso di Sardinia Jazz finivano ad altre società, a seconda delle convenienze. E le altre associazioni? Costrette a trattare coi Palmas anche per poter usare l’anfiteatro una sola sera, coi Palmas che dettavano condizioni e stabilivano le tariffe. Si va avanti il 6 giugno con l’esame di un consulente e di altri due testimoni.