Bastione
BUROCRAZIA Intervento a Santa Caterina fermo da un anno e mezzo, finanziamenti a disposizione da maggio ma il bando non sarà pronto prima di un mese. E i soldi non basteranno
I lavori al Bastione di Santa Caterina sono fermi da un anno e mezzo. I fondi ci sono, sono stati stanziati a maggio dalla giunta Floris, ma per il bando per la ripresa dei lavori c’è da attendere almeno un altro mese. Quindi, se tutto va bene e non ci saranno ulteriori ritrovamenti, dopo altri quattro o cinque mesi di lavori, si potrà cominciare a pensare al modo in cui ricucire lo squarcio aperto nel 2009 su una delle terrazze più belle della città, meta obbligata per i turisti e crocevia delle giornate di relax in centro storico dei cagliaritani. I lavori erano stati aperti circa tre anni fa per trovare le cause delle infiltrazioni che danneggiavano la passeggiata coperta, ma il ritrovamento di una grande cavità, forse un ninfeo, ovvero un tempio di origine romana dedicato al culto delle acque, e di numerosi altri reperti archeologici, ha complicato le cose. Sebbene lo scavo non sia concluso, dagli studi effettuati e già pubblicati è chiaro che non si tratta di un bene di poco valore, ma di un gioiello da aggiungere alla collezione della città, di un patrimonio che “non può non essere valorizzato”, come aveva riconosciuto a suo tempo la commissione cultura del Comune, allora presieduta dal consigliere Maurizio Porcelli (Pdl). Ma per iniziare a ragionare sul metodo da utilizzare per rendere fruibile il bene per turisti e cittadini è necessario concludere le operazioni di scavo. Per questo motivo il Comune deve aprire un secondo lotto di lavori, dopo quelli conclusi nel 2010 per l’esaurimento dei finanziamenti. Sono necessari quasi 300mila euro, fondi stanziati nell’ultima seduta della giunta Floris e a disposizione degli uffici. «Stiamo per bandire la seconda parte degli scavi. Per i tempi tecnici ci vorrà circa un mese», spiegano da via Roma. Durata prevista dei lavori: quattro o cinque mesi, sempre che non ci siano altri ritrovamenti, eventualità tutt’altro che remota. «Se non si riuscisse a terminare lo scavo con quei fondi si dovrebbero cercare altri finanziamenti», perché, spiegano dagli uffici, prima della conclusione dello scavo, ragionare sull’apertura al pubblico è fuori discussione. «Compatibilmente con i fondi che avremo a disposizione, cercheremo di fare il possibile per concludere lo scavo e valorizzare i ritrovamenti», conclude l’assessore Luisa Anna Marras. «Speriamo di avere ulteriori stanziamenti: quando si inizia qualcosa è necessario andare fino in fondo».
Michele Salis