Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Doppia stangata: i Comuni aumentano le aliquote Imu

Fonte: L'Unione Sarda
13 marzo 2012


Il salasso dell'Imu arriverà a giugno e allora ci si renderà veramente conto dell'impatto della manovra Monti sulle tasche degli italiani. Le avvisaglie però ci sono già e non sono rassicuranti. I Comuni iniziano a fare i calcoli in vista dell'approvazione dei prossimi bilanci preventivi: il risultato è più pesante di quanto ci si aspettasse.
Gli enti locali saranno costretti ad aumentare le aliquote base fissate dal Governo se vorranno far quadrare i conti. Infatti, non basta aver riesumato l'imposta anche sulla prima casa. Ci si dovrà attrezzare anche per fare in modo che l'imposta municipale garantisca realmente qualcosa ai Comuni. Perché il 50 per cento di quanto si incasserà prenderà il volo, destinazione Roma, con lo scopo di abbattere il debito pubblico italiano, un mostro da 1.900 miliardi di euro che ipoteca il futuro e condiziona pesantemente il presente degli italiani.
COMUNI SUL LASTRICO Gli amministratori locali sono in grande difficoltà. La conferma arriva dall'Anci Sardegna, l'associazione che riunisce i Comuni. Visto che la metà del gettito Imu verrà acquisita direttamente dal Governo, per garantire i servizi minimi non resta che alzare le aliquote. Impossibile prevedere sgravi per le prime case. «Qualcuno ci sta pensando, ma sarà veramente difficile», spiega Umberto Oppus, sindaco di Mandas e direttore dell'Anci Sardegna, «prendiamo il mio paese: lo scorso anno abbiamo ottenuto 70.000 euro dall'Ici, quest'anno per arrivare a quella cifra non possiamo sognarci di tagliare l'Imu di un punto». Cosa accadrà, dunque? I sindaci dovranno inventarsi una qualche alchimia finanziaria se non vorranno ritrovarsi i concittadini sotto il municipio. Perché il rischio vero è quello di essere costretti a tagliare i servizi. «Anche l'Imu agricola è una follia», aggiunge ancora Oppus, «porterà le persone ad abbandonare ancora di più le campagne». E ottenere i pagamenti non sarà semplice: «Abbiamo difficoltà a farci versare la Tarsu, immaginiamoci cosa accadrà con l'Imu, soprattutto se si dovranno alzare ancora di più le aliquote», conclude il sindaco di Mandas, che poi aggiunge: «Ma se un'imposta è municipale, perché deve finire nelle casse dello Stato? Ce lo devono spiegare».
LE ALIQUOTE Fatto sta che ora ci sono pochi margini di trattativa, nonostante l'Anci continui a bussare alla porta del Governo. Se il 50 per cento del gettito Imu andrà nelle casse dello Stato, per ottenere almeno la stessa cifra dello scorso anno non c'è altra possibilità che alzare le aliquote base fissate dal Governo: 0,40 per la prima abitazioni e 0,76 per le seconde case. Nel 2009, ultimo anno disponibile, il gettito dell'Ici, nell'Isola, fu di circa 178 milioni di euro. Una somma garantita soprattutto dalle seconde case, visto che quella di residenza era stata esclusa dall'imposizione. Ora, i Comuni sardi, per arrivare a quella cifra, dovranno spremere i cittadini e non poco.
I CAPOLUOGHI I sindaci, un po' in tutta Italia, hanno già iniziato a prevedere incrementi delle aliquote base. Cagliari, per esempio, ha cominciato a discuterne in una delle ultime sedute del Consiglio comunale, mentre altri centri, per esempio quelli turistici, stanno pensando di applicare la tassa di soggiorno per fare cassa.
Sulla base di una simulazione effettuata dal Sole 24 Ore fra le città capoluogo di provincia, il calcolo dell'Imu ad aliquota base, per un immobile di 100 metri quadri dato in affitto (seconda casa, quindi con aliquota dello 0,76%) in zona semicentrale è risultata più cara a Venezia (1.563 euro all'anno) mentre al 34° posto si piazzano Cagliari e Olbia con 633, al 46° Oristano con 593, al 59° Carbonia con 554, all'84° Sassari e Nuoro con 435. La più economica è Lucca con 194 euro.
Per un negozio, invece, sempre di 100 metri quadri in centro l'Imu è allo stelle a Roma, la prima in classifica: si dovranno versare a Stato e Comune 4.057 euro mentre la prima tra le città sarde, Olbia, si piazza al 18° posto con 1.727, al 22° Sassari con 1.596, al 25° Cagliari con 1.532, al 62° Nuoro e Oristano con 1.113, al 103° Carbonia con 419.
Insomma, la manovra doveva essere di lacrime e sangue e così è. Certamente peggio di quanto ci si potesse aspettare. Ce ne accorgeremo a giugno.
Giuseppe Deiana

 

Il calcolo
La rendita rivalutata
fa lievitare l'imposta
Il calcolo dell'Imu non si discosta molto da quello della vecchia Ici, ma cambiano alcuni coefficienti, provocando di conseguenza un consistente incremento del gettito. Intanto, vengono rivalutate le rendite dell'immobile, da moltiplicare per 160 e non più per cento, facendo così lievitare il valore catastale dell'immobile da tassare (prima o seconda casa). Mentre per i negozi, ad esempio, il moltiplicatore è 55.
Una volta ottenuto il primo dato con questa operazione, si dovrà moltiplicare la somma per due fasce di aliquote: 0,40 per cento per le abitazioni di residenza e 0,76 per cento per le seconde case. I Comuni però potranno decidere di aumentare o diminuire le aliquote. Per la prima casa, ad esempio, l'aliquota può essere ridotta dello 0,2% o aumentata fino allo 0,6%, aumentando anche le detrazioni (per diminuire il peso della nuova Imu), cosa che appare però molto difficile da applicare viste le prime avvisaglie. Mentre per le seconde abitazioni la quota di variabilità potrà oscillare da un minimo dello 0,46% fino a un massimo dell'1,6%. A esprimersi sarà il consiglio comunale su proposta della Giunta.

 

Cagliari
Tariffe alte
per coprire
i buchi
dello Stato
Il Comune di Cagliari utilizzerà un'aliquota tra lo 0,4 e lo 0,6 per cento per l'Imu. L'assessorato al Patrimonio non ha ancora deciso, ma è ormai certo che il municipio del capoluogo scelga di ritoccare verso l'alto le tariffe per il primo anno di entrata in vigore della tassa. Le proiezioni fatte dagli uffici di via Roma non lasciano molta scelta: se si utilizzasse l'aliquota base, l'imposta non coprirebbe il buco lasciato dai tagli milionari ai finanziamenti dello Stato. Nel 2008 il Comune infatti poteva contare su un “assegno” di quasi 46 milioni di euro, mentre nel 2012 arriveranno nelle casse municipali, se tutto va bene, poco più di 10 milioni. Per non tagliare i servizi, Palazzo Bacaredda sarà costretta a puntare tutto sulla nuova imposta unica. Anche perché mancheranno i 12 milioni di euro che prima lo Stato assicurava, qualsiasi fosse la riscossione dell'Ici. Adesso invece il flusso di denaro si invertirà: a Roma andranno, a prescindere dall'entrata totale legata all'Imu, circa 23 milioni di euro. Quanto incasserà il Comune? Con la tariffa allo 0,4% le entrate sarebbero di 38 milioni di euro. L'aliquota massima invece porterebbe a una riscossione di circa 69 milioni. Ma si tratta solo di previsioni.