Non è ancora possibile predisporre il “porta a porta” in tutta la città
Nel capoluogo si sta pagando una delle Tarsu più care della Sardegna e d’Italia: una media di 245 euro per nucleo familiare
ROBERTO PARACCHINI
CAGLIARI. Gli abitanti del capoluogo pagano 245 euro all’anno di Tarsu (la tassa sui rifiuti) per un appartamento di ottanta metri quadrati. Mentre la media regionale è 223 e a Firenze si paga 135 euro, a Bari 153 e a Bologna 195. In pratica si tratta di una delle cifre più alte non solo della Sardegna ma dell’Italia. Eppure è probabile che questa cifra aumenti.
Dal 2013 la Tarsu si trasformerà in Tares, ma non cambierà solo il nome bensì le modalità di pagamento da parte dei cittadini nei confronti di questa tassa. Agli abitanti spetterà infatti coprire tutto il costo del servizio, mentre oggi una parte di questo veniva saldato dal Comune con altre entrate fiscali. Ma non è tutto: è infatti «in pendenza» al Tar un ricorso per il mancato pagamento delle penalità connesse al fallimento degli obiettivi prefissati per la raccolta differenziata dal 2005 al 2010: per un totale di cinque milioni e 500mila euro. E non è finita. Per lo smaltimento dei rifiuti l’amministrazione paga al Tecnocasic (dove vengono canalizzati) circa dieci milioni all’anno con in più un accumulo di «non saldato» (per gli anni passati) di sette milioni e 409mila euro.
Inoltre va aggiunto che pure quest’anno Cagliari non riuscirà a raggiungere il tetto della differenziata (del 65 per cento) e dovrà quindi pagare un’altra penalità (che si stima attono ai 360mila euro). La situazione, insomma, è molto critica visto anche che per ridurre la spesa, da parte dell’amministrazione, per lo smaltimento dei rifiuti bisognerebbe aumentare sensibilmente la differenziata. Ma per fare questo occorre introdurre la raccolta porta a porta. Solo che l’attuale gestore con l’Ati (che ha vinto l’appalto di transizione per due anni, sino alla fine del 2013) prevede marginalmente questo tipo di intervento. Mentre il mega appalto (di sette anni più due) diventerà operativo alla fine del contratto precedente.
Tutti elementi (anche se «indiziari») che fanno pensare che tra non molto la tassa sui rifiuti aumenterà. «Uno dei problemi da affrontare - sottolinea Fabrizio Marcello, Pd e responsabile della commissione ai Servizi tecnologici - è la tariffa che paghiamo per il servizio del Tecnocasic, che andrebbe diminuita. Bisognerebbe costituire una discarica per le ceneri, che derivano dalla combustione dei rifiuti, nelle vicinanze dello stabilimento con un risparmio ecologico ed economico, dato che oggi si conferisce in discariche lontane dal sito». Le tariffe del Tecnocasic potrebbero diminuire anche «se i forni, ormai obsoleti, venissero sostituiti dalla Regione - continua Marcello - a livello tecnico infatti andrebbero rinnovati ogni 15-20 anni. Ricordo che sono in funzione dal 1996. Ed ancora: un ulteriore risparmio si potrebbe raggiungere con la vendita del compost (dall’umido) sensibilizzando la cultura dell’acquisto di questo concime. Oppure se la Regione chiudesse un accordo con i Comuni conferitori per utilizzare il compost stesso nei giardini pubblici, stimolando in tal modo i cittadini a una nuova cultura del riciclo».
Per tutti questi motivi, sottolinea Marcello, «si è deciso di aprire un tavolo tecnico per continuare l’analisi sull’incidenza dei costi e di portare la discussione anche a livello regionale riprendendo quel dialogo che si era interrotto con la precedente amministrazione». In questa prospettiva di sensibilizzazione l’amministrazione si rivolge ai cittadini affinché aumentino l’impegno nella raccolta differenziata.