Prima dormivano all'interno di una cabina dell'Enel
La storia di due senzatetto di Genneruxi
Dramma della povertà e della solitudine in via Berna. Nel quartiere Genneruxi, dove hanno sede lussuosi appartamenti e importanti studi professionali, c'è chi vive per strada e dorme sui cartoni, chiamando “casa” il piano pilotis di un palazzo.
È il caso di due clochard sulla quarantina, che trascorrono le loro giornate tra lo sterrato di via Berna e i parcheggi dello stabile. Ieri, intorno alle 14, dormivano l'uno a fianco all'altro con una cuffietta in testa, avvolti in una vecchia coperta e circondati da un tappeto di rifiuti tra scarti di cibo, depliant pubblicitari ed escrementi. Una puzza insopportabile, una vista tristissima.
Fino a qualche giorno prima i due uomini vivevano dentro la vicina cabina dell'Enel, poi sono arrivati gli operai incaricati di restaurare la struttura in muratura. La porta è stata sostituita, la serratura cambiata. Avrebbero potuto trasferirsi in un'altra zona, invece hanno scelto di restare lì. Forse perché alcuni residenti portano loro da mangiare. L'unità di strada del Comune, composta da volontari della Caritas e dell'associazione L'Aquilone, effettuerà un sopralluogo per prestare assistenza ai clochard e invitarli a trascorrere la notte al centro della solidarietà Giovanni Paolo II, in viale Sant'Ignazio.
«Prima passavamo sempre a Genneruxi», spiega la volontaria Gina, «perché sotto i portici viveva un uomo, un sardo di mezza età. Poi è sparito e non siamo più passati. Scopriremo presto se si tratta di volti a noi conosciuti oppure no. Li aiuteremo, se loro vorranno». (p.l.)