di Enrico Lobina
Martedì 6 marzo il consiglio comunale di Cagliari si è riunito tutta la giornata. Sono state esaminate le risorse ed i vincoli del bilancio 2012. Nel 2011 il legislatore italiano ha emanato le norme sul federalismo fiscale e approvato quattro manovre di finanza pubblica, una più intensa dell’altra. Queste manovre hanno effetti pesantissimi sulle entrate comunali, nonché sulla gestione dei servizi essenziali. Tra il 2008 ed il 2011 il trasferimento ordinario dello Stato verso il comune è passato da 27 milioni di euro a poco meno di 20 milioni. Circa 7 milioni di euro in meno. Si calcola, per il 2012, un trasferimento, tra contributo ordinario e contributo consolidato, di 10.809.00 euro, con una riduzione di 27.860.000 euro. Un disastro. Si afferma che questo maggiore taglio sarà compensato dalle entrate derivanti della Imu (Imposta Municipale Unica), che sostituisce l’Ici (Imposta Comunale sugli Immobili) e il trasferimento compensativo Ici. Non è così. Gran parte dell’Imu che si pagherà a Cagliari andrà a rimpinguare le casse dello Stato. Solamente una parte sarà destinato al bilancio del Comune. Su questa parte le proiezioni effettuate dal Comune variano notevolmente rispetto alla stima ministeriale. Secondo il Comune si incasseranno 7 milioni di euro Le manovre hanno effetti pesantissimi sulle entrate comunali, l’Imu non basta Poi c’è la tenaglia del patto di stabilità in meno rispetto a quanto preventivato. L’applicazione dell’Imu ad aliquota base non consente di compensare la riduzione dei trasferimenti erariali. Alle minori entrate si aggiunge la tenaglia del patto di stabilità. Esso colpisce la vita della città sia su aspetti generali che su aspetti particolari, estremamente significativi. Complessivamente, l’obiettivo del patto di stabilità interno, per il comune di Cagliari, è di poco meno di 22 milioni di euro nel 2012, contro i 13.882.000 euro del 2011. Si tratta di un aumento di più di 8 milioni di euro. Significa che, oltre che andare in pareggio, bisognerà produrre un attivo di poco meno di 22 milioni di euro. Di cui nessun cagliaritano usufruirà. Il Comune, negli ultimi decenni, ha gestito in modo scorretto le proprie risorse. Non ha fatto lotta all’e vasione fiscale e non ha razionalizzato i servizi. Ma tagli di questo tipo distruggono la possibilità di rispondere alle esigenze della città. Che si moltiplicano mese dopo mese, quando gli effetti recessivi delle manovre Berlusconi-Monti diventano realtà. C’è più povertà e fame di lavoro e sempre meno soldi. Vi sono poi le risorse che lo Stato deve alla Sardegna, che non vengono consegnate. Quei soldi, incassati dalla Regione, sarebbero poi in parte importante girati ai comuni. Il Governo Monti aspetta e fa finta di niente. Esattamente come quello Berlusconi. Il 28 gennaio a Napoli si è riunito, ospiti di Luigi de Magistris, il “Fo - rum dei comuni per i beni comuni”. In quella sede, abbiamo presentato l’idea di un “Patto dei comuni contro il patto di stabilità”. Il bilancio sembra una cosa lontana. Stiamo lottando, invece, per avere risorse per asili nido, servizi per anziani, una nuova politica abitativa, una mobilità pubblica di qualità, uno sviluppo urbano sano. Stiamo lottando per avviare investimenti necessari per la collettività. I comuni sardi, ed i loro cittadini, si uniscano contro questo patto di stabilità. Un “Patto dei comuni contro il patto”.
Consigliere Comunale Cagliari www. enricolobina. org