I lavori sono ancora fermi: mancano le reti di protezione. Domenica la partita col Cesena
Calendario alla mano, il tempo è scaduto: stando al verbale della commissione provinciale di vigilanza che il 12 gennaio scorso aveva decretato l'inagibilità dello stadio Sant'Elia, il Comune avrebbe avuto sessanta giorni di tempo per ripristinare le condizioni di sicurezza nelle vie d'accesso a tutti i settori dell'impianto. E il termine scade proprio oggi.
IL CANTIERE I lavori affidati due settimane fa dal Comune a un'impresa privata non sono ancora iniziati. Manca la materia prima, cioè le reti protettive che dovrebbero impedire ai calcinacci e ai pezzi di cemento armato di cadere sui tifosi nelle zone di accesso agli spalti. Dovranno arrivare dalla Penisola dei teli in grado di sostenere il peso di eventuali crolli di calcestruzzo.
IL PIANO DI RISERVA L'assessore ai Lavori Pubblici Luisa Anna Marras ha spiegato nei giorni scorsi cosa succederà se le reti non dovessero arrivare in tempo per consentire la riapertura dei settori per la sfida contro il Cesena: «Se non dovessimo riuscire a installare le reti di protezione proseguiremo con il picchettamento del cemento armato». Ecco perché per la prossima gara il Sant'Elia, «salvo imprevisti», dovrebbe ottenere l'agibilità. Difficile fare previsioni, perché il potere di riaprire o meno i settori spetta alla commissione provinciale di vigilanza. Le reti verranno posizionate nella Curva nord e nei Distinti. Rimarrà fuori dall'appalto la Curva sud: mancano i soldi per allargare l'intervento anche a questo settore.
LA COMMISSIONE Il 12 gennaio la commissione di vigilanza presieduta dal prefetto Giovanni Balsamo aveva dichiarato l'inagibilità dello stadio. Lungo le vie d'accesso erano stati registrati dei crolli dai gradoni e dai pilasti in cemento armato. Era così iniziata la corsa contro il tempo del Comune per rendere sicure le strutture. Due settimane dopo, per la gara contro la Fiorentina, lo stadio è stato aperto ai tifosi ad eccezione dei settori Curva sud e Distinti.
LO STADIO A ELMAS Intanto nei giorni scorsi il Consiglio comunale di Elmas ha dato il via libera al regolamento edilizio rielaborato dopo le prescrizioni notificate dalla Regione, aggiungendo un nuovo tassello alla lunga pratica che dovrebbe portare alla realizzazione dello stadio del Cagliari. Il Municipio ha adottato definitivamente l'adeguamento del Puc al Piano paesaggistico regionale del comparto di Santa Caterina. Quelle aree adesso possono ospitare un impianto sportivo: la variante sarà trasmessa al Comitato tecnico della Regione (Ctru) per ricevere poi l'autorizzazione alla pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione. Poi il Cagliari calcio potrà presentare il piano attuativo del proprio progetto e chiedere la convocazione di un incontro per arrivare alla stipula dell'accordo di programma.
Intanto mercoledì scorso a Roma il sindaco di Elmas Valter Piscedda ha partecipato a un incontro con la direzione generale del ministero dei Trasporti. Dove sarebbe trapelata una novità positiva per la società rossoblù: l'Enac non avrebbe comunicato al dicastero l'adozione dei nuovi vincoli per le aree vicine agli aeroporti italiani. Un dettaglio che potrebbe aprire la strada al ricorso al Tar presentato già presentato dall'amministrazione. ( m.r. )