Il caso
I terreni erano edificabili e l'accordo di programma prevedeva la costruzione di alcune palazzine ai margini del colle di Tuvixeddu. Ma nel 2006 i vincoli della direzione regionale ai beni paesaggistici cambiò le carte in tavola, azzerando la possibilità realizzare nuova cubatura. Nonostante tutto, il Comune ha chiesto l'Ici arretrata ai titolari delle aree, calcolando l'imposta come se quei terreni non fossero vincolati.
Alla fine del 2011 il Municipio ha notificato alla famiglia Sotgiu, che firmò insieme a Coimpresa a altri proprietari l'Accordo di programma, un avviso di accertamento sull'imposta comunale del 2006, mai pagata. Una richiesta di pagamento contro cui i Sotgiu hanno presentato un ricorso alla commissione tributaria.
«È solo l'ultima puntata di una vicenda dove manca trasparenza, nella quale il Comune non ha ancora fatto la chiarezza necessaria», dice Antonio Dettori, portavoce della famiglia Sotgiu. «Prima vengono vincolate le aree, poi ci viene chiesta l'Ici su questi stessi terreni, calcolando l'imposta come se le superfici fossero edificabili». Infatti nel ricorso depositato nell'Ufficio tributi dall'avvocato Elisabetta Carboni, «i valori accertati sono del tutto incongrui, risultando aree soggette a vincolo assoluto di inedificabilità».
Dettori ricorda anche che «nonostante le proposte di acquisizione delle aree, ufficialmente non è stato instaurato ancora nessun dialogo».
Nei giorni scorsi Coimpresa avrebbe anche chiesto la convocazione del Comitato di vigilanza per Tuvixeddu, ma il sindaco - che è presidente dell'organo - non ha ancora fissato una data per l'incontro.
( m.r. )