Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

I dubbi sul multipiano del Cammino Nuovo

Fonte: La Nuova Sardegna
6 marzo 2012



L’ex presidente del Centro storico teme un impatto negativo




PIERLUIGI CARTA
CAGLIARI. Il progetto per il parcheggio multipiano a Cammino Nuovo, ereditato dalla giunta Floris, continua a far discutere. La revisione presentata dall’amministrazione Zedda, coi suoi 330 posti in tre livelli e un giardino di cemento sul tetto, è da mesi al centro dell’attenzione e ha sollevato polemiche sul fronte ambientalista: c’è chi vuole difendere l’integrità delle mura storiche, minacciate da un intervento che presenta molte ombre.
Gianfranco Carboni, ex presidente della circoscrizione centro Storico avverte: «Ogni tanto ritorna a galla il progetto del parcheggio-struttura, ben vengano le revisioni e le indagini in corso d’attuazione, ma non bisogna perdere di vista gli obiettivi». Su tutti la pedonalizzazione del quartiere e la sua riqualificazione, tenendo in conto necessariamente l’accessibilità alla zona per residenti e non. L’accesso al quartiere storico può essere garantito, ad esempio, con l’uso di bus-navetta ibridi con una frequenza che permetta di raggiungere il quartiere in ogni ora del giorno e della notte: «Il parcheggio multipiano dovrebbe servire per pedonalizzare la zona, quindi dovrebbe essere messo a disposizione dei residenti» avverte Carboni. Dato il valore storico e architettonico del bastione, la struttura interrata dovrebbe essere concepita con l’ambizione di produrre un bassissimo impatto ambientale: «Le bocchette d’areazione - continua Carboni - che nel precedente progetto si presentavano tutt’altro che discrete».
Ma c’è dell’altro. Per l’ex-presidente della circoscrizione, chi gestisce il multipiano non dovrebbe assumere la gestione degli stalli blu vicini: «Altrimenti - spiega - come accade per le società di gestione degli altri parcheggi-struttura cittadini, il multipiano verrebbe trascurato per guadagnare di più nei parcheggi esterni» che hanno costi di gestione irrisori. Il parcheggio di via Regina Elena, gestito dall’Apcoa con un contratto capestro di 99 anni, impedisce un corretto sviluppo per i quartieri di Villa Nova, Stampace e Castello. I parcheggi interni sono deserti e la società guadagna all’esterno a colpi di strisce blu: «Nel corso degli anni si sono accumulati diversi progetti per la stessa struttura - racconta Carboni - elaborati da esperti come Antonio Dessì o Andrea Devoto, più o meno impattanti e più o meno cari. Per il precedente progetto, ad esempio, si preventivava una spesa di 700 mila euro all’anno solo per la manutenzione annuale». Insomma Carboni dubita dell’efficacia di un nuovo parcheggio-struttura «considerati i precedenti di via Regina Elena o di via Amat, soprattutto senza una preventiva integrazione del Pum nel piano particolareggiato del centro storico».