Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Commercio «No al lavoro domenicale»

Fonte: Sardegna Quotidiano
5 marzo 2012

 LA PROTESTA I dipendenti dei grandi centri in piazza contro le aperture sette giorni su sette: «Turni massacranti»  

 

 

Il sit-in di lavoratori e lavoratrici del commercio cittadino, ieri mattina davanti a La Rinascente in via Roma, non ha registrato una grande partecipazione. Erano solo venti, con i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, a distribuire un volantino che invitava a non fare shopping la domenica. Obbiettivo dichiarato: almeno per un giorno godersi il tempo libero. Contrarietà anche sulla liberalizzazione di giorni e orari di apertura delle attività, con un occhio di riguardo alle donne lavoratrici. La Giornata Europea per le domeniche libere dal lavoro, in contemporanea in Italia e Europa, in città è stata più un’occa - sione per conoscere le condizioni in cui operano lavoratori e commessi. «Da anni lavoro anche la domenica, manca una flessibilità dell’orario, può capitare che ci venga chiesto di operare 2 ore di mattina e 4 di sera», spiega Teresa Biscardi, 41 anni, dipendente di un ipermercato, «mi riesce difficile trovare tempo da dedicare alla mia famiglia, sono fortunata perché ci pagano lo straordinario domenicale, anche se hanno paventato la possibilità di valutarci la domenica come giorno ordinario», conclude. Marcello Meloni, 40 anni, lavora inun grande magazzino: «Le aperture domenicali sono sconsiderate, soprattutto per le donne, che non rie-

 

 

scono a stare con i figli. Lavoro 2 domeniche al mese, è stressante», afferma Meloni, che propone un ritorno al passato: «Anni fa, nel weekend facevano lavorare giovani studenti, c’era più respiro tra tutti i lavoratori. La realtà è che con gli orari selvaggi, le aziende non assumeranno nuove persone, faranno turnare di più noi, vige il concetto meno spese uguale più guadagno». Domeniche imprevedibili, lavorativamente parlando, sono quelle di Pasquale Marcia, 51 anni, che lavora in un supermercato. « L’orario è dalle 8 alle 13, ma può capitare che debba girare da un punto vendita all’altro lavorando anche di sera, è folle», sentenzia, «vorrei dedicare più tempo alla mia famiglia e fare volontariato. Serve una regolamentazione seria sulle aperture domenicali, potrebbero prevederle solo in certi periodi, come Natale e Pasqua ». Solidarietà ai lavoratori espressa da Cgil, Cisl e Uil, ieri al loro fianco. «Sono state sfruttate tutte le leggi regionali possibili pur di far aprire la domenica, non è corretto”, spiega Cristiano Ardau, segretario regionale UilTucs, «gli orari liberi sono inutili, nessuno compra un mp3 o il pane alle 23». Per Nella Milazzo, FilCams Cgil «la grande distribuzione ha detto che non assumerà nuove persone, solo turnazioni, non ci sarà sviluppo». Il suo collega Giuseppe Atzori, Cisl Fisascat, sostiene che «la domenica deve tornare un giorno di libertà per tutti, i sacrifici dei lavoratori sono pazzeschi, servono regole chiare».

Paolo Rapeanu