Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Tavolo unico sul «rischio cavità»

Fonte: La Nuova Sardegna
5 marzo 2012



Incontro tra Comune e il comitato via Peschiera



La competenza sugli interventi divisa fra 3 assessorati ha tenuto bloccate soluzioni già individuate

CAGLIARI. Non ci sono strade di serie A e strade di serie B quando si parla di cavità che mettono a rischio case e persone: è la sostanza dell’accordo raggiunto ieri in Comune nell’incontro tra i rappresentanti del comitato dei residenti in via Peschiera e via Marengo e l’assessore alla Viabilità Mauro Coni. In sostanza, il comitato ha potuto fugare un timore abbastanza pressante: che la visibilità ottenuta dal problema di piazza d’Armi con la sua cavità che mette in pericolo un laboratorio della facoltà di Ingegneria portasse al risultato di favorire progettazioni e lavori che risolvessero prima quel problema e solo in un secondo momento il disastro vissuto dagli abitanti delle strade che nel 2008 sono sprofondate e che hanno causato la rovina di alcune palazzine, l’abbattimento del valore degli immobili di quella zona, anche il dissesto economico per chi aveva nel quartiere un’attività commerciale che sta progressivamente morendo perché la strada è inaccessibile, le transenne sbarrano il passo e i clienti vanno altrove. Il Comune adesso studierà come raggruppare le competenze per gli interventi su quella zona divise sin dalla prima ora tra l’assessorato alla Viabilità, la Protezione civile e l’assessorato ai Lavori pubblici. Organizzando una gestione unica sarà possibile mettere assieme i problemi e risolverli senza priorità pretestuose. Gli abitanti di via Peschiera e via Marengo sollecitano gli interventi nelle loro strade perché altrimenti non possono procedere alla ristrutturazione delle abitazioni. Ci sono già oltre due milioni di euro in capo alla Protezione civile proprio per la sistemazione delle strade dissestate nel 2008 con i vistosi sprofondamenti. L’accordo prevede che entro la fine di marzo ci sarà un nuovo incontro dove formalizzare anche ciò che dovrà essere fatto nell’intera zona.
Spiega Patrizia Tramaloni portavoce del comitato: «Qui non si vive più. C’è gente che abita altrove da anni, pagando un affitto anche se ha una casa di proprietà che non riesce a vendere».