Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Un clic e il Comune si svela al cittadino

Fonte: La Nuova Sardegna
5 marzo 2012

L’amministrazione pubblica carica il sistema Open Data adottato in altre municipalità






CAGLIARI. Il Comune di Cagliari entra nel web 2.0. Attraverso gli Open Data. Un flusso di informazioni che scorre inarrestabile nel mare magnum della rete e che rimbalzando sui satelliti dovrebbe apparire sui monitor dei cittadini e favorire la trasparenza e l’efficienza amministrativa. Un genere di dati appartenenti alla dottrina dell’Open Government secondo la quale la Pubblica Amministrazione si deve aprire all’uso dei cittadini attraverso la partecipazione diretta e l’utilizzo delle nuove tecnologie della comunicazione. Gli Open Data hanno dato buona prova di sé avvicinando la pubblica amministrazione ai cittadini in in diversi Comuni italiani. Ora anche il Comune di Cagliari si appresta a immettere nel web queste informazioni sensibili, che comporterebbero un cospicuo risparmio per le casse comunali. Diversi studi economici, tra cui quello della McKinsey presentato in occasione del primo e-G8, un G8 dedicato proprio alla rete delle reti, hanno dimostrato che gli Open Data potrebbero abbattere i costi della pubblica amministrazione sensibilmente. Facilitando l’accesso online alle informazioni pubbliche, non si favorisce solo una maggiore trasparenza dell’azione dello Stato, che si traduce in più democrazia e in modernizzazione, ma si contribuisce a sviluppare l’ economia e l’innovazione tecnologica attraverso la piattaforma di internet, traducendosi poi in crescita, occupazione e competitività.
Per questo il sindaco Zedda sostiene: «Questo tipo di politica industriale ha il vantaggio di essere applicabile fin da subito e con una spesa relativamente ridotta. Gli Open Data possono poi essere riutilizzati a loro volta per creare applicazioni utili. Attraverso l’incrocio dei dati immessi in rete - continua il sindaco - le possibilità di impieghi virtuosi si moltiplicano. Si pensi solo per fare alcuni esempi ai dati di bilancio dei Comuni, i quali permetterebbero ai cittadini di comprendere in modo chiaro come è composta la spesa pubblica e dove vanno a finire i soldi delle tasse. Oppure - conclude - all’incrocio dei dati sulle performance delle strutture sanitarie pubbliche, che permetterebbero di fare scelte più informate e porterebbero ad una maggiore efficienza dell’intero sistema».
La difficoltà oggettiva alla diffusione e all’utilizzo degli Open Data - cioè il valore commerciale sia in forma puntuale che aggregata che essi avrebbero - può essere risolta partendo dal presupposto che essi devono essere amministrati dal principio di solidarietà.