MARINA. La richiesta: «Zedda trovi uno spazio per gli islamici»
Residenti e musulmani uniti nella protesta
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Mohammed Mhoaute arriva da Sinnai, ogni venerdì, per pregare assieme a oltre cento musulmani nella moschea di via del Collegio. Anzi, di fronte alla moschea, per strada. Perché i locali adibiti a luogo di culto sono di appena 50 metri quadri. Troppo pochi per contenere tutti i fedeli, che sono costretti a occupare la piccola strada a pochi metri dalla scuola “Manno”, creando non pochi disagi a chi alla Marina vive e lavora. I residenti per questo si associa alle richieste dei musulmani: «Vorremmo che il sindaco mantenga le promesse fatte in campagna elettorale: uno spazio in affitto o, almeno per la preghiera del venerdì, per la fine del Ramadan e per il Sacrificio, un luogo per 400 persone per qualche ora», spiega Sulaiman Hijazi, portavoce della moschea.
LA FUNZIONE L'inizio della preghiera del venerdì cambia in base all'ora in cui il sole raggiunge lo zenit. Ieri era alle 12,36, mentre il 30 sarà alle 12,28, ora solare. Ora legale (che entra il 25) 13,28, proprio quando dalla scuola Manno escono i bambini. «Finora siamo venuti incontro alle esigenze della scuola anticipando di 60 minuti la preghiera e togliendo gli altoparlanti dall'esterno», spiega Hani Ramahi. Dal 25, con lo spostamento delle lancette, non sarà più possibile. E, come ogni anno, sarà il caos.
IL QUARTIERE «Ogni venerdì è un incubo», spiega Alessio Venerdiano, operatore di un'azienda di catering che con il carrello per i pasti, fa lo slalom tra chi prega inginocchiato. Un nonno vigile che opera all'uscita della Manno rincara la dose: «È una vergogna vederli così. Poi, all'uscita di scuola, con i ragazzini che corrono è un dramma». I residenti non riescono a parcheggiare l'auto. «Noi andiamo in chiesa, anche loro è giusto che abbiano un posto», spiega Ada Boi, che vive a pochi metri dalla moschea, «speriamo che Zedda trovi una soluzione».
I MUSULMANI È lo stesso auspicio dei circa 900 musulmani che vivono in città, di cui 400 frequentatori della moschea. Divisa per generi, donne da una parte, uomini dall'altra. Le prime «di venerdì non vengono a pregare da tempo», sottolinea Hijazi. I secondi si sistemano in strada, creando disagi. Per questo, residenti e fedeli di Allah chiedono che il Comune tenga fede alla parola: «Aspettiamo un segnale, siamo ancora ridotti a pregare in strada», ricorda Ramahi. Un residente suggerisce: «Gli diano l'Auditorium di piazza Dettori». Una provocazione. O forse no. In ogni caso per il sindaco una nuova protesta con cui fare i conti, dopo quella di domenica scorsa in piazza Maxia.
Mario Gottardi