EXMÀ. Anche l'assessore Puggioni all'incontro organizzato da Laboratorio 5
Cultura, confronto fra gli operatori: «Nuovi spazi»
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Il ruolo dei questuanti, quelli che vanno con il cappello in mano a chiedere denaro alle istituzioni, a loro proprio non va. Gli operatori culturali che si sono ritrovati all'ExMà per il nuovo appuntamento di Laboratorio 5, propongono un nuovo modo di operare in città. Un modo che sembra piacere anche all'amministrazione comunale: emblematico, in questo senso, il siparietto venuto fuori alla fine dei lavori. L'assessore alla Cultura Enrica Puggioni, arrivata verso mezzogiorno, ha spiegato la sua visione. Gianluca Floris, il tenore e scrittore organizzatore del laboratorio, l'ha quasi interrotta per dirle: «In pratica, sono le stesse cose che stiamo dicendo noi».
LE IDEE Ma quali sono le idee sulle quali gli operatori stanno lavorando? In primo luogo, pensano a un diverso modo di gestire gli spazi pubblici. Non devono più essere concessi a questa o a quell'associazione che, poi, fa la loro attività. L'idea è di individuare, di disegnare progetti da incardinare, in seguito, negli spazi. Progetti che, per altro, non devono essere necessariamente gestiti da un solo soggetto ma possono, invece, coinvolgere più associazioni. L'ExMà, per esempio, potrebbe anche accogliere installazioni teatrali o festival cinematografici e non soltanto mostre.
I SOLDI Un'idea, si diceva, che piace anche al Comune. «Il 9 marzo, quando ci sarà l'incontro che concluderà le audizioni della Commissione cultura», spiega Enrica Puggioni, «noi preparemo la cornice. Ma il quadro al suo interno deve essere delle associazioni culturali». Le quali hanno problemi economici. Ma non piangono sulle loro disgrazie. «Perché», sostiene Gianluca Floris, «noi siamo pronti a mettere dentro il nostro capitale, fatto di conoscenze, di esperienza. Non vogliamo prendere ma dare». In pratica, si potrebbe sintetizzare tutto con uno slogan dello stesso Floris “Metti la cultura in Comune”. D'accordo. Ma poi servono soldi. Che possono essere recuperati in maniera diversa: presentando progetti, per esempio, si possono ottenere Por (Programma operativo regionale) ad hoc. Si può, inoltre, scavare tra le pieghe dei finanziamenti europei. E possono anche essere utilizzati strumenti finanziari innovativi. «Il Comune», riprende Floris, «anziché finanziare un intervento, può versare fondi di garanzia in una banca etica. Così, sarebbero disponibili cifre più alte».
IL FUTURO Laboratorio 5, abbandonata la formula assembleare, ora lavora su gruppi di studio: il prossimo appuntamento sarà dedicato proprio ai finanziamenti. Lavori che potrebbero viaggiare di pari passo con le iniziative del Comune. «Noi», conclude Enrica Puggioni, «puntiamo alla promozione delle enormi energie che ha questa città. Non posso, dunque, che apprezzare il fatto che Laboratorio 5 abbia creato sinergie fondamentali per Cagliari».
Marcello Cocco