Si inaugura questa sera a Cagliari una mostra curata da Franco Masala
“Materia sensibile”, una trentina di ritratti di terracotta
Non tralasciare alcuna carezza con la punta delle dita.
(Giusi Quarenghi)
Cita una esortazione di una scrittrice che ama i bambini, lo storico dell'arte Franco Masala, per annunciare la frotta di creaturine di terracotta che fino al 18 marzo occuperanno gli spazi del Teatro Civico di Cagliari, in via De Candia. “Materia sensibile”, questo il titolo della mostra che si inaugura oggi alle 18.30, presenta una trentina di piccole teste infantili e adolescenziali che le mani sapienti di Maria Crespellani hanno accarezzato a lungo, per dar loro forma, e trasferire sulla creta sembianze d'amore. Sono i volti dei sei figli, Giovanna, Francesco, Luisa, Margherita, Stefano, Luigi, delle sorelle, Giovanna, Margherita, Teresa, dei nipoti, degli amici dei figli, dei figli degli amici...Un'antologica di affetti che va dalla seconda metà degli anni Quaranta ai nostri giorni: gran parte della vita di questa artista cagliaritana, che ebbe per padre Luigi Crespellani, primo sindaco di Cagliari liberata e primo presidente della Regione, per madre Teresa Mundula, poetessa come la sorella Mercede, e per amici Beppe Dessì e Maria Lai.
Ed è proprio una testa di Maria Lai a far da controcanto alle testine dei bambini. Un recente ritratto rubato, non una posa. La scultrice di Ulassai (92 anni) non era disposta a farsi ritrarre e allora l'amica (che di anni ne ha 86 e non manca di leggero disincanto) ha approfittato di un convegno per rubarle da lontano i segni del volto, peraltro ben conosciuti, e riprodurli come sa fare.
È questa una delle tante piccole storie semi- segrete che stanno dietro alla mostra (visitabile tutti i giorni salvo lunedì dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20). Parlano di affetti lontani e profondi, raccontano di un mondo interiore particolarmente ricco, e rendono giustizia al territorio meno battuto della produzione di questa artista così speciale. Amatissima docente di storia dell'arte di generazioni di studenti cagliaritani, Maria Crespellani è soprattutto conosciuta per le sue piccole creature di terra e di sogno. Figurine delicate, che hanno la testa fra le nuvole e i piedi per terra. Essenziali, melottiane, quelle che affrontano varchi troppo stretti, pazze di gioia e di colore quelle che danzano insieme, siano circensi o dervisci. Anche i ritratti in mostra al Civico, frutto di un affettuoso rastrellamento familiare, si situano in una dimensione privata, quotidiana, «nella quale affetti, amicizie e simpatie si consolidano e si rafforzano anche attraverso la scelta del soggetto ritratto».
Ci saranno molti parenti e amici, stasera, all'inaugurazione della mostra che Franco Masala ha allestito col contributo dei familiari dell'artista (Stefano Puddu Crespellani, ormai catalano, è un apprezzato pittore). Faranno tutti festa a Maria Crespellani e ai suoi “quasi segreti” ritratti in gesso e terracotta. E chissà che cosa dirà l'altra Maria, dalla sua casa di Cardedu, di quel ritratto “rubato”. Eppure fu lei, tanti anni fa, a suggerire all'amica di comprarsi un forno e di continuare a lavorare, nonostante i figli, e una casa (allora) troppo piccola. A un altro più lontano amico, Francesco Ciusa, il suo primo maestro, Maria Crespellani deve la prima benedizione per le testine di terracotta. «Ero nel suo studio di via Università. Lui voleva che imparassi a disegnare, io volevo modellare. Mi mise a modellare una testa, quando pensai fosse finita lo chiamai. “Sa mamma chi t'ha nasciu”, mi disse entusiasta, e mi incitò ad andare per la mia strada».
Maria Paola Masala