STAMPACE. Solo erbacce nel sito archeologico di via Mameli
Lavori fermi, reperti romani nel degrado
Un cantiere fantasma e un'area archeologica abbandonata da quattro anni al degrado tra erbacce, rifiuti e topi. Accade nella centrale via Mameli, a Stampace basso. La storia risale al 2008. In un vasto lotto edificabile, tra i numeri civici 125 e 127, cominciarono i lavori per la realizzazione di una nuova palazzina a quattro piani, a ridosso di vico I Carloforte. Non appena le ruspe cominciarono a scavare rividero la luce antiche strutture in muratura: cavità sotterranee, pozzi, muretti, forse i resti di una villa romana, di un tratto di acquedotto romano o addirittura di un complesso termale. Di sicuro furono rinvenute una cisterna, una galleria e divere canalizzazioni. Numerosi residenti, temendo che il sito potesse essere spazzato via dall'azione degli escavatori, diedero l'allarme. Risultato: i lavori si fermarono e non ripreso più. Da allora non se n'è saputo più nulla. Oggi il cantiere è in balia del degrado. Oltre la recinzione metallica, vecchia e arrugginita, si possono scorgere cumuli di materiale edilizio, lamiere, cavi metallici accatastati. Le antiche vestigia sono sommerse dalla vegetazione spontanea (che cresce ad altezza d'uomo) e dai rifiuti. Chi si aspettava che il sito sarebbe stato valorizzato, magari con coperture in plexiglass come a Bonaria, è rimasto deluso. Colpa, verosimilmente, della carenza di fondi. Desta peraltro interesse il fatto che il sito di via Mameli disti appena cento metri dalla Villa di Tigellio, complesso residenziale dotato di vasche termali. Sorge spontaneo domandarsi se un tempo i due siti erano collegati e, soprattutto, se ci sarà mai la possibilità di vederli valorizzati entrambi. ( p.l. )