Al Tar la controversia Beni Culturali-Coimpresa
CAGLIARI. L’amministrazione Zedda lascia definitivamente la controversia su Tuvixeddu: ieri, davanti ai giudici del Tar, l’avvocato del Comune Carla Curreli è comparso solo per confermare la rinuncia alla causa, anticipata alla precedente udienza. Una rinuncia che rappresenta un atto politico piuttosto chiaro, in piena discontinuità dalla giusta Floris che per anni si è schierata al fianco del costruttore e contro ogni iniziativa della Regione e delle sovrintendenze a difesa dell’integrità del colle punico. Così a discutere sul vincolo imposto nel 2010 dal ministero dei Beni Culturali sull’area del canyon sono rimasti l’avvocato dello Stato Giandomenico Tenaglia e il legale di Nuova Iniziative Coimpresa, Pietro Corda, che ha chiesto la revoca del vincolo. Il confronto si è acceso davanti ai giudici - presidente Aru, relatore Plaisant, consigliere Manca - sull’esistenza di una reale attività mineraria. Era stato l’allora dirigente regionale dei Beni Culturali Elio Garzillo a rilevarla e ad avviare la procedura di vincolo, poi completata l’8 luglio 2010 con un decreto firmato dall’attuale dirigente Maria Assunta Lorrai. L’avvocato Tenaglia ha lavorato sulle prove, portando in tribunale le immagini recenti delle antiche strutture minerarie, che secondo la difesa di Coimpresa sarebbero andate distrutte negli anni: «Invece ci sono - ha spiegato Tenaglia, mostrando la documentazione visiva - e l’apparato produttivo della miniera è sotto terra ma in ottime condizioni di conservazione».
La partita sul vincolo alla fine si gioca tutta su quest’aspetto. Per il ministero il complesso minerario industriale di Tuvixeddu, in parte proprietà comunale e in parte di Coimpresa, ha interesse storico-artistico e quindi va tutelato. Il Tar si era già espresso il 23 settembre dell’anno scorso con un’ordinanza: senza entrare nel merito della controversia i giudici Panunzio, Scano e Lensi avevano chiesto al ministero dei Beni culturali di depositare nella segreteria del tribunale «l’elenco analitico e la descrizione dei reperti che costituiscono il complesso» come macchinari, impianti, manufatti, gallerie, rotaie, tramogge, tracciati e percorsi insieme alla copia dei rilievi cartografici, delle fotografie e della bibliografia su cui è basato il decreto di vincolo. Ieri l’avvocato Tenaglia ha prodotto il materiale richiesto e l’ha illustrato. Ora non resta che attendere la decisione del Tar, che potrebbe arrivare nel giro di un mese. (m.l)