LA SARDEGNA ALLE URNE
IL DIBATTITO Il presidente della giunta risponde all’appello di Pd e Riformatori e si dice favorevole all’accorpamento con le elezioni amministrative per il 6 e 7 maggio. Il comitato innesta il turbo
La costituzione del comitato per i referendum parte come da programma e sulla data del voto per i dieci quesiti che, nelle intenzioni dei promotori, dovrebbero “cambiare la Sardegna” si gioca d’anticipo. Il presidente della Giunta regionale, Ugo Cappellacci, ha risposto, infatti, all’appello lanciato dal leader dei Riformatori, Massimo Fantola, e dal segretario del Pd, Silvio Lai, per evitare sprechi e favorire la partecipazione, allineando il calendario delle amministrative e del referendum sardo alla tornata elettorale nazionale, fissata per i prossimi 6 e 7 maggio. «Il possibile accorpamento del referendum con le elezioni amministrative - dichiara il governatore - sarà oggetto di una valutazione condivisa e i referendum regionali rappresentano un’occasione da cogliere affinchè dalla Sardegna, in anticipo rispetto ad altre aree del Paese, parta un processo che riavvii la dialettica tra la politica e i cittadini e che apra una grande stagione di cambiamento per la politica italiana». Cappellacci avvierà un rapido giro di consultazioni con le diverse forze politiche e se registrerà convergenze sarà cancellata la data del 10 giugno e sostituita con quella del 6 e 7 maggio. «L’auspicio - conclude il presidente della Regione - è che, come avvenuto in occasione del referendum sul nucleare, anche in questo caso vi sia la più ampia partecipazione possibile». Il coordinatore regionale dei Riformatori, Michele Cossa, apprezza «la decisione di Cappellacci di avviare subito un giro di consultazioni per arrivare all’accorpamento della data delle amministrative con i referendum» e sottolinea «il notevole valore dell’impegno istituzionale del presidente della giunta per informare adeguatamente i cittadini sui contenuti dei quesiti». Portare i sardi un’altra volta in massa alle urne per il referendum regionale è l’obiettivo unico del comitato promotore che punta tutto sui quesiti di stretta attualità: abolizione delle Province, taglio a 50 dei consiglieri regionali, primarie per scegliere il candidato governatore, azzeramento dei consigli di amministrazione degli enti e riscrittura dello Statuto sardo con l’elezione dell’assemblea costituente. Le prime iniziative per la mobilitazione bipartisan sono in programma a Nuoro, dove è data per certa la presenza del sindaco, Paolo Bianchi (Pd), e a Sassari, dove i promotori sperano di coinvolgere un altro primo cittadino democrat, Gianfranco Ganau. «Quasi 700 amministratori hanno dato la loro adesione - dichiara Michele Schirò a nome del Comitato - e stiamo allargando di giorno in giorno le adesioni, c’è gran voglia di cambiamento, soprattutto fra i giovani». Fra le adesioni si registrano i “pratici ”, l’associazione animata dall’ex assessore all’Agricoltu - ra, Andrea Prato; i cosiddetti “rotta - matori ”; l’ex presidente della circoscrizione del centro storico di Cagliari, Gianfranco Carboni. Alla cordinatrice cagliaritana dei Riformatori Anna Maria Busia spetta il compito di ribadire «il ruolo della Sardegna come apripista verso una politica che metta fine agli sprechi