Centinaia di aziende in difficoltà. Male anche il primo trimestre 2012
Mille posti in meno entro marzo. Gran parte dei neoassunti sono a tempo determinato
STEFANO AMBU
CAGLIARI. Crisi, cinque lettere e un’infinità di numeri. Sempre brutti: gli ultimi, quelli che verranno, dicono che nel mondo del lavoro, per le aziende della provincia di Cagliari, nel primo trimestre ci saranno 2090 ingressi. E, dati Unioncamere, 3110 uscite. Con un saldo negativo di 1.020 unità.
I settori che vanno male? Sono stati rielencati nei giorni scorsi in un’assemblea al Mediterraneo con i sindacati Cgil, Cisl e Uil.
Edilizia in primis - oggi una conferenza stampa dell’Ance ribadirà il concetto visto che si parla di 15mila posti di lavoro persi nell’isola dal 2007 - soprattutto per i ritardi negli investimenti pubblici nelle grandi strade del Cagliaritano, dalla Sulcitana alla 554 passando per la 125. Per non parlare del Betile, il museo di Sant’Elia progettato dall’archisatr Zaha Hadid, ma mai decollato e ormai già dimenticato. E del campus universitario di viale La Playa. Che invece per fortuna si sta sbloccando in queste settimane. Ma ci sono anche i settori dell’agroindustria (la Unilever il caso più emblematico con i lavoratori finiti dopo mille battaglie nella mobilità in deroga) e dei trasporti.
A complicare la situazione, in quest’ultimo settore, anche il naufragio della Concordia all’isola del Giglio: crociere ferme al porto di Cagliari fino ad aprile. Male persino i servizi, gli unici che in qualche modo sembravano reggere.
«Il caso della provincia di Cagliari - spiega Fabrizio Carta, segretario territoriale della Cisl - non va sottovalutato: non ci sono situazioni singole con i numeri dell’Alcoa nel Sulcis o la Keller nel Medio Campidano. Ma tante piccole aziende, e con loro tantissimi lavoratori, in crescente difficoltà. Un quadro legato al fatto che nella Provincia, ad eccezione della Saras, non esistono le grandi industrie, ma un tessuto di attività legate soprattutto ai settori dell’edilizia e dei servizi, vedi i call center. Casi “invisibili” che non fanno tanto rumore, ma che messi insieme rappresentanto una situazione drammatica».
Migliaia i lavoratori nei call center del Cagliaritano. Ma cominciano a preoccupare le tante vertenze aperte. Che significano rischio chiusura e perdita di occupazione. I sindacati sentono puzza di bruciato, ma forse anche qualcosa di più, per trasporti e per il settore bancario e assicurativo.
I disoccupati o i lavoratori in pericolo piangono e tremano. Ma anche chi riceve la busta paga non ride. Tra i 2090 contratti che verranno entro la fine di marzo il 59 per cento saranno a tempo determinato. Più un altro 5 per cento saranno apprendistato, inserimenti e altre tipologie di accorso.
Precari insomma: il posto fisso andrà soltanto al 36 per cento delle new entries. Numeri che si incrociano con altri numeri, quelli dell’Agenzia per il lavoro relativi al terzo trimestre del 2001. Bene, anzi male: confermano che le assunzioni sono quasi tutte con contratti a tempo determinato. A livello regionale su 64.715 avviamenti al lavoro soltanto 14.076 sono con contratto a tempo indeterminato. Per una percentuale del 22 per cento. I settori: agricoltura (4%), industria (17%), costruzioni (33%), trasporti (27%), servizi alle imprese (13%). «Ormai è la prassi - continua Carta - i contratti a tempo indeterminato non superano la percentuale del 20-25 per cento. Vero che molti contratti a tempo vengono prorogati. Ma stiamo parlando di una situazione comunque di precarietà. E difficili da gestire, anche per costruirsi un futuro, per tanti giovani, ma anche meno giovani che firmano i contratti con la scadenza». Precariato per forza, insomma, alla faccia della monotonia del posto fisso.Futuro o passato, sempre crisi è. Durante l’ultimo incontro al Mediterraneo si è fatto un po’ il punto del 2011. E non c’è voluto molto per tirare le somme. Per i sindacatiè andato peggio dell’anno precedente. Spia accesa dunque anche per la provincia di Cagliari considerata privilegiata rispetto ad altre aree della Sardegna per la sua posizione nella graduatoria nazionale del reddito pro capite. Un dato significativo è quello relativo alla cassa integrazione: cala quella ordinaria (-13,4%): le ore autorizzate passano da 976.3888 a 845.596. Ma aumentano, e non poco, la Cig straordinaria (+110,2%). Quella in deroga sale invece del 95,3%. E la mobilità in deroga? I dati raccolti nei primi trenta giorni del Sil (Servizi per l’impiego) dicono che sono state elaborate online a livello regionale più di tremila pratiche. Con una stima, per la provincia di Cagliari, di 1.500 unità. Numeri che fanno paura. E il 2012 non preannuncia niente di buono. O di meglio.