CHIESA L’arcivescovo saluta i suoi fedeli dopo la nomina papale del suo successore: «Una persona preparata, l’uomo giusto per questa comunità». Uno sguardo al passato: «Rifarei tutto»
Sono finiti anche i tempi supplementari. Utilizza la metafora calcistica Monsignor Giuseppe Mani per iniziare il discorso di commiato dalla chiesa cagliaritana. «A 75 anni, come previsto dalle norme, ho rimesso il mandato al Papa che, ora, dopo qualche mese, ha scelto il mio successore». Nella seconda metà di aprile, arriverà alla guida della diocesi del capoluogo monsignor Arrigo Miglio. Già vescovo di Iglesias dal 1992, Miglio è stato fino ad oggi il Pastore della comunità di Ivrea. «È una persona preparata ed è l'uomo giusto per la comunità. Ve lo manda il Papa, lo ha scelto lui direttamente », ha detto Mani. Almeno fino al 14 aprile, data prevista per la sua ultima ordinazione sacerdotale, l’attuale arcivescovo resterà alla guida della chiesa cagliaritana come amministratore apostolico. «Sono stati otto anni bellissimi», ha detto Mani facendo un bilancio della sua esperienza cagliaritana. «Ricordo quando Giovanni Paolo II mi chiamò per dirmi: “Ti mando in Sardegna, un’isola meravigliosa”. Aveva ragione». Della comunità di Cagliari, «la sposa che mi ha sedotto», Mani ha apprezzato particolarmente l'accoglienza e la collaborazione: «Accoglienza “sarda”, così vicina a quella della mia toscana, garbata, non invadente, sempre riservata. E collaborazione “sarda” splendida ed educata». Durante il discorso, tenuto ieri al seminario di via Cogoni davanti alle autorità cittadine, l'arcivescovo uscente ha ricordato quanto fatto durante gli anni passati a Cagliari: «Poche chiacchiere, molti fatti». Atti concreti come il restauro dell'Episcopio e della Cattedrale, «grazie all'aiuto della Regione, prima con Soru e poi con Cappellacci », e la costruzione del College per gli studenti fuori sede «che presto aprirà, dopo le tante difficoltà passate per ottenre i permessi». Quasi un idillio, quello con la politica cittadina: «Ho voluto qua oggi Emilio (Floris, l'ex sindaco) con il quale la collaborazione è stata strettissima. Grazie anche a Massimo (Zedda) che questa cooperazione sta portando avanti». Mani ricorda l'opera della Caritas, guidata da don Marco Lai, che tanto sta facendo per aiutare le famiglie cagliaritane in crisi. Il bilancio dell'esperienza cagliaritana è positivo: «Non cambierei nulla » dice, «Sono riuscito a visitare tutte le parrocchie, sono stato accolto nelle scuole e nei consigli comunali. Ho voluto toccare tutti i malati degli ospedali, sono entrato in tutte le celle del carcere di Buoncammino, un’esperienza umana straordinaria». Ma soprattutto, Mani ricorda i tanti che ogni giorno andavano a trovarlo per chiedere un aiuto: «Li ho aiutati a portare la croce » . Il vescovo lascia al suo successore Miglio, una chiesa in salute: l'arcivescovo toscano ha ordinato 40 sacerdoti, inoltre «ci sono 3mila catechisti per 30mila bambini», ha ricordato, «E poi i seminaristi, tutti bravi e studiosi: hanno fatto di me un padre felice». Il vescovo chiude il suo discorso con un augurio per l'Isola: «Lascio una Cagliari e una Sardegna cristiane che devono proseguire nel loro percorso e crescere per diventare un'isola, non della sola Italia, ma dell'Europa». Michele Salis
L’INCARICO Miglio da Ivrea: «Voglio portare la solidarietà»
La solidarietà come strumento per affrontare questi tempi difficili. Il prossimo arcivescovo di Cagliari, Monsignor Arrigo Miglio, ha già annunciato cosa intende portare in Sardegna. «Anzitutto la solidarietà», ha detto. Il vescovo, a Ivrea lascia una situazione difficile per arrivare in una terra tra le più colpite dalla crisi. «La Sardegna vive un momento difficile», ha detto Miglio a Radio vaticana, «nei giorni scorsi i giornali hanno descritto una situazione molto pesante, che peraltro un po' conoscevo dalla visita del presidente Napolitano. Ecco: vorrei proprio portare anzitutto una solidarietà Nord-Sud, e questa solidarietà deve aiutarci a capire le radici vere della crisi e quindi la “terapia” vera per la crisi, che è culturale e spirituale ». Una cura per lo spirito e per il cuore è ciò di cui la società ha bisogno secondo il nuovo arcivescovo di Cagliari, che cita l'enciclica di Benedetto XVI “Caritas in Veritate”: «In questi anni ho potuto approfondire meglio, proprio vivendo le difficoltà della mia regione, quanto ci dice l'enciclica sulle vere cause della crisi”. Monsignor Miglio, che iniziò il suo episcopato proprio in Sardegna, a Iglesias nel 1992, è stato assistente ecclesiastico dell'Agesci (l'associazione guide e scouts cattolici italiani), è segretario della Conferenza Episcopale Piemontese, e membro della Commissione Episcopale della Cei, per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace. Miglio è anche presidente del comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali dei cattolici italiani: «Un'esperienza che porto volentieri anche in Sardegna», ha concluso, «dove potrà essere fermento, lievito di unità e di solidarietà». M.S.