VIALE REGINA ELENA. La passione senza alcun compenso
Un operaio precario abbellisce le aiuole
Ha sempre lavorato, fin da quando aveva 10 anni. Ha fatto di tutto: il custode, l'autista, il pescatore, l'operaio, ultimo il giardiniere. «Ma sono un precario cronico» dice Pasquale Spiga, mascherando l'imbarazzo con un sorriso pieno di sofferenza.
In 56 anni, infatti, non ha mai avuto un contratto a «tempo pieno. Sono un uomo un po' sfortunato» dice con una nota di tristezza. Una famiglia numerosa, dieci figli e dodici nipoti. E un solo stipendio, il suo. Da tredici mesi lavora come operaio comunale alla manutenzione degli ascensori che da viale Regina Elena portano in Castello.
Mercoledì sarà il suo ultimo giorno di lavoro, «poi non so cosa accadrà». Il suo contratto prevede oltre alla manutenzione degli ascensori, anche la cura dello spazio verde antistante. In quattro mesi ha costruito una staccionata ai lati del vialetto, una grande panchina in legno per le persone anziane che aspettano l'ascensore. Poi ha realizzato dei gradini a protezione della ghiaia che frana dalla roccia; ha costruito una rampa di scale «per la signora Mariolina, che ogni giorno porta da mangiare ai gattini».
E poi ha sistemato fiori e piantine, creato piccoli muretti di pietra bianchi, ripulito il muro di cinta. Ogni giorno, a metà mattina guarda per qualche minuto il risultato del suo lavoro. Oggi il pensiero non va a quello che gli accadrà dopo mercoledì, quando, per l'ennesima volta nella sua vita, si ritroverà disoccupato, ma al fatto che non potrà portare a termine l'opera: «E adesso, chi arriverà? Perché ci sarebbe tutta la parte superiore da sistemare».
Mauro Madeddu