Visita di Federparchi. Confindustria: bene pure gli hotel
Gli appassionati dell’ambiente spendono di più di chi sceglie le spiagge. Ma bisogna. offrire buoni servizi
STEFANO AMBU CAGLIARI. Ecoturismo a Molentargius. Sì, ma più eco o più turismo? Federparchi difende i fenicotteri. Ma anche sviluppo ed economia: porte aperte al visitatore che ama canoe e passeggiate. Anche perchè spende più del turista “da spiaggia”. Spuntano nuove proposte: per Confindustria c’è spazio anche per gli alberghi “verdi”.
L’occasione per riparlare di Molentargius è stata la visita in Sardegna del presidente nazionale di Federparchi Giampiero Sammuri.
Partenza con escursione tra battello, bicicletta e passeggiata a piedi. Poi una tavola rotonda su “sviluppo dell’ecoturismo nel parco regionale naturale Molentargius-Saline anche nella prospettiva di riattivazione del sistema delle saline”. Posizioni ortodosse e paludate (d’altra parte si parla di zone umide). E alcune più “innovative” come l’idea degli hotel che non fanno a pugni con l’ambiente. «Il turismo - ha detto il vicepresidente di Confindustria Sardegna Meridionale Nicola Palomba - può essere importante proprio per la conservazione dell’ambiente. Con i privati. E anche con gli alberghi, a patto che non siano ecomostri». Una proposta. Ma che cosa si debba intendere per ecoturismo lo ha spiegato il numero uno dell’associazione che riunisce i parchi italiani. «Gli ultimi dati Istat - ha detto Sammuri- parlano di trentacinque milioni di turisti nelle aree protette italiane, una grande potenzialità. Studi e statistiche dicono che il turista “natura” ha più esigenze rispetto a quello “balneare”. E spende di più: vuole una guida, che crea occupazione, per bicicletta, canoa, giro in barca. Se il servizio è eccellente, paga».
Sì, ma la parte “eco” deve indirizzare il versante “turismo”. «Come è possibile mettere d’accordo il falco pescatore - ha continuato - o il fenicottero con il visitatore? Con tre parole chiave: come, dove e quando visitare il parco. Tre regole che stabiliamo noi delle aree protette. In Maremma abbiamo un diploma internazionale di conservazione. Ma anche 80 mila paganti all’anno: che devono rispettare la nostra idea di parco». Molentargius? «Un caso unico - ha detto - forse in Europa un’area così in un contesto urbano non si vede da nessuna parte. C’è ancora molto da fare? Sì, ma il potenziale è ottimo e si sta andando nella direzione giusta: il Parco, d’altra parte è giovanissimo». Marco Loddo, direttore del Parco, ha parlato di apertura alla fruizione turistica, e l’assessore provinciale dell’Ambiente, Ignazio Tolu, ha individuato nell’ecoturismo una soluzione possibile per un nuovo piano di sviluppo che sostituisca quello delle industrie in crisi. Dal Comune di Cagliari un invito: «Molentargius - ha detto Paolo Frau, assessore dell’Urbanistica - è meno conosciuto di quello che si pensi. Bisogna farlo vivere di più. Noi ci siamo messi questo problema cercando di studiare opportunità di dialogo fra Poetto e Parco-Saline». Barbara Argiolas, assessore al Turismo, ha ribadito il concetto: «Il parco - ha detto- è una parte fondamentale del nostro progetto». Vincenzo Tiana, presidente dell’associazione Parco Molentargius, ha parlato di scommessa per la riqualificazione, anche partendo dai venti milioni messi a disposizione dalla Regione per il rilancio delle Saline: «Un patrimonio storico che dobbiamo riprenderci».
Lo stesso Tiana ha lanciato la proposta di un grande workshop, internazionale a Cagliari, entro l’anno, assieme alle più significative esperienze di aree protette in Europa, dalla Camargue al Delta del Po. Federparchi d’accordo: si può fare.