Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Lo abbiamo fischiato perché rappresenta l'Italia»

Fonte: L'Unione Sarda
23 febbraio 2012

I CONTESTATORI.

Parlano Felice Floris e Bustianu Cumpostu
 

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«Non ci siamo dimenticati dei fatti di Civitavecchia». Felice Floris, il leader del Movimento dei pastori sardi (Mps), era tra i manifestanti che hanno dato vita alle contestazioni al presidente della Repubblica durante la sua recente visita nell'Isola. Assieme a un gruppo di allevatori, già nella prima tappa cagliaritana, il militanti del mondo delle campagne hanno levato alta la voce, unendola a quella di alcuni movimenti anti-Equitalia. «Forse non si è visto», ha aggiunto, «ma avevamo la lettera che inviammo al Presidente, dove chiedevamo un suo intervento per ristabilire i principi costituzionali di libera circolazione e libertà di manifestare». A dicembre di due anni fa, circa 200 allevatori dell'Mps sbarcati nel porto laziale per un blitz nella Capitale avevano trovato ad attenderli le forze dell'ordine e ci furono scontri. «Napolitano non è un anziano signore», ha ripetuto Floris, «ma un presidente autorevole, garante e controllore di un governo tecnico e a capo di tavoli tecnici. C'è stato un trattamento non paritario tra noi ed i rappresentanti dell'industria: noi siamo stati snobbati dal Presidente anche se rappresentiamo le professioni tradizionali, il tessuto economico dell'Isola». Fischi e slogan anche dall'aria indipendentista di Sardigna Natzione Indipendentzia che ha dato vita a sit-in e mobilitazioni sia a Cagliari che a Sassari. «La nostra era più che altro una presenza di guardiania», ha spiegato il segretario Bustianu Cumpostu, «per tutelare la nazione sarda e la nostra bandiera. Napolitano è il capo dello Stato italiano ed era giusto che il presidente avesse un'informazione adeguata e corretta delle forze che animano la Sardegna: qui non ci sono solo politici festanti che applaudono, ma anche di un popolo fiero che non accetta l'italianità forzata».
Oltre ai pastori e alle forze indipendentiste, a dare vita alle contestazione ci sono stati anche alcuni esponenti dei movimenti anti-Equitalia e quelli degli artigiani che si vedono schiacciati dai debiti. Un gruppetto a Cagliari aveva fischiato davanti al porto, poco prima dell'inaugurazione dell'opera dello scultore Pinuccio Sciola. Una mobilitazione che si è propagata nel giro di pochi giorni su internet, prima della visita, con proposte di presentarsi all'appuntamento con la fascia nera di lutto al braccio. «Non ci ascolta più nessuno», si legge su Facebook, «oramai abbiamo detto tutto. Stiamo combattendo per il lavoro, per il futuro dei nostri figli e per il nostro territorio sempre più inquinato. Diamo il nostro salute triste al presidente Napolitano: ci rimane solo da piangere».
Francesco Pinna