L’ISOLA SUL BARATRO
LA TAPPA Il Capo dello Stato nel nord Sardegna, da dove cerca di ricucire lo strappo con sardi: «Scontiamo inadempienze da parte dello Stato e di chiunque abbia via via amministrato»
Bagno di folla, onorificenze e contestazioni. La visita di Giorgio Napolitano in Sardegna si chiude così come era iniziata: sia a Cagliari due giorni fa che a Sassari ieri, il presidente della Repubblica è stato accolto con entusiasmo da cittadini e Istituzioni, e fischiato da piccoli gruppi di manifestanti. La tappa nel nord Sardegna per Napolitano segue un rigidissimo cerimoniale e inizia nel nuovo Auditorium comunale, inaugurato per l’oc - casione, mezz’ora prima dell’arrivo del Presidente. Davanti alle 1400 poltroncine che ancora odorano di cellophane, occupate da una miriade di autorità militari, civili e religiose, Napolitano riceve due riconoscimenti di assoluto valore per la città di Sassari: il sindaco, Gianfranco Ganau, gli assegna il Candeliere d’Oro, premio conferito ogni anno, in occasione della festa della città, “La discesa dei candelieri”, a personaggi illustri che con il loro operato abbiano dato benemerenza a Sassari e alla Sardegna; il rettore dell’Ateno sassarese, Attilio Mastino, consegna al Presidente il massimo riconoscimento accademico, “si - gillo d’oro” dell’Università, che proprio in questi giorni celebra i 450 anni della sua fondazione. Due onorificenze che sembrano quasi riparatorie dopo l’accoglienza che due gruppetti di contestatori hanno riservato al Capo dello Stato, al suo arrivo all’Audito - rium.
NIENTE IDEOLOGIE «La crisi non si supera con le ideologie », dice Napolitano dal palco del nuovo teatro, rispondendo alle domande degli studenti universitari, che gli chiedevano la ricetta per uscire dalla crisi economica che soffoca la Sardegna e l’intero Paese. «Non si tratta di ricorrere a formule ideologiche, ma di considerare le basi serie per lo sviluppo in un contesto europeo molto critico», continua il Presidente.
SOSTEGNO AI GIOVANI «Non vorrei cadere in nessuna forma di troppo facile e scontato artificio, che appaia retorico, ma al di là del dire che i giovani sono il nostro futuro, la verità è che la condizione dei giovani è la nostra spina, la spina nel fianco del Paese», sottolinea il Capo dello Stato. «Un paese che non riesca ad assicurare una prospettiva di formazione adeguata, di occupazione, di valorizzazione delle proprie risorse e dei propri talenti alle giovani generazioni è un paese condannato», continua. «Dobbiamo esserne fino in fondo consapevoli, e trarne tutte le conseguenze, anche per quello che riguarda l'impegno pubblico a sostegno del sistema universitario, della ricerca, della formazione e della cultura »
. SARDEGNA IN CRISI Il Presidente non può esimersi dal parlare della crisi economica, e della situazione sarda: «La crisi in Sardegna è senza dubbio grave. Ho incontrato e ho ascoltato uno a uno i rappresentanti dei lavoratori di tutte le aziende in crisi, e insieme con il presidente Cappellacci abbiamo avuto incontri istituzionali e con le categorie economiche», spiega Napolitano. «Non c'è dubbio che siamo dinanzi a una situazione per vari aspetti drammatica, nel senso che un tessuto produttivo e occupazionale è venuto logorandosi e rischia di disfarsi», prosegue. «Sono troppi i punti di crisi, sono troppi i segni di fragilità che presenta lo sviluppo economico e sociale della Sardegna quale si è configurato nei decenni trascorsi. Senza dubbio scontiamo ritardi anche nell'affrontare le esigenze di un rinnovamento di questo tessuto produttivo, e scontiamo anche inadempienze da parte dello Stato e di chiunque abbia avuto via via responsabilità rappresentative di governo e amministrative », ammette il Presidente. «Quindi, dobbiamo verificare molto attentamente cosa possa essere rinnovato e rilanciato dell'esistente e come si possano prendere strade nuove per lo sviluppo dell'economia e della società sarda». La chiusura è un altro inno all’unità nazionale: «Credo che, essendo molto attento a non andare al di là di quello che mi tocca fare, ma avendo in ogni caso la responsabilità di rappresentare l'unità nazionale, non posso che levare la mia di voce perché ci sia coesione sociale, unità nazionale, unità fra Nord e Sud, perché si superi questo divario terribile, che continua a lacerare la società italiana e che è il retaggio più pesante di un processo unitario rimasto per questo aspetto ancora incompiuto a centocinquanta anni di distanza» precisa Napolitano.
« LA VISITA AD ALGHERO Il viaggio in Sardegna si conclude nel pomeriggio ad Alghero, dove il Capo dello Stato visita la casa-museo di Giuseppe Manno. Ai giornalisti che gli chiedevano se le conclusioni del Consiglio Europeo avrebbero potuto riguardare anche la Sardegna, il Presidente ha risposto: «Quello che è accaduto al Consiglio europeo è importante per tutti. Se si tira fuori l'Europa dagli effetti della crisi greca che ha avuto riflessi sull'Eurozona e sull'Italia, si aprono prospettive migliori per la ripresa della crescita economica nel nostro Paese e in questa regione particolarmente colpita dalla crisi».
Vincenzo Garofalo