CONTROLLI

 Ieri è scattata anche la caccia all’uomo del Sulcis. Dopo il blocco del corteo non autorizzato partito da piazzale Trento alcuni manifestanti hanno cercato di raggiungere palazzo Bacaredda in autobus. Inutile: sono stati fermati da agenti della polizia saliti a bordo dei mezzi di linea e invitati a scendere, nonostante avessero in mano il biglietto. È successo a Vittorio Bernardini, che racconta: «Dopo che ci hanno bloccato sono salito sull’autobus. Lì sono arrivati gli agenti, mi hanno chiesto i documenti e quando hanno visto che ero di Nuxis (paese di Andrea Impera, ndr) mi hanno detto di scendere». Lo stesso è accaduto anche a Giampaolo Muntoni, a Giuliano Marongiu e a Simona Pastorini, tutti di Carbonia. Che sono indignati: «Perché non ci hanno permesso di circolare liberamente? », spiegano, «Ci hanno chiesto da dove venivamo e gli abbiamo riposto: “Da Carbonia”. A quel punto ci hanno fatto andare giù dall’autobus ”. Giuliano è ancora arrabbiato: «Avevamo pagato pure il biglietto. Ci hanno trattato come appestati: in pratica noi del Sulcis non potevamo andare dove volevamo. Assurdo, non capisco il motivo visto che la protesta è garantita dalla Costituzione ».

F. O.