La situazione della laguna di Santa Gilla arriva sotto la lente d’ingrandi - mento del Comune. Tra macchinari per la pesca guasti e la presenza di pescatori abusivi, da anni tutta l’area vive una situazione a metà tra l’abban - dono e il degrado. Una zona improduttiva, che potrebbe dare centinaia di posti di lavoro, quanto mai necessari in questo periodo di crisi. La Regione, proprietaria della laguna, ha dato in concessione l’area al consorzio che riunisce 12 cooperative con circa 300 operatori. In tempi brevi, la commissione comunale Attività Produttive intende fare un sopralluogo dell’area, insieme a dirigenti e funzionari dell’assessorato regionale all’Ambiente, per decidere quali soluzioni adottare. «La laguna è improduttiva, può essere un volano economico per l’intera isola », spiega il presidente della commissione, Raimondo Perra, «all’interno della struttura c’è un impianto per la stabulazione delle cozze, in disuso perché rotto. Le cooperative e il presidente del consorzio lamentano problematiche, come i flussi d’acqua dolce bloccati a monte, lo sversamento di acque di scarico e la pesca di frodo». Per quanto riguarda l’aspetto legato all’allevamento e alla lavorazione del pescato, Perra sostiene che «tutte le paratie dei vari reparti di preparazione del pesce non consentono una produzione ottimale. Lo schiuditoio, posizionato in una zona circoscritta per allevare avannotti e cozze, non è mai entrato in funzione». Maggior dialogo con la Regione per far rinascere l’area: questa la ricetta proposta da Perra, che termina affermando che «è impensabile che la laguna di Santa Gilla resti inespressa dal punto di vista lavorativo, bisogna iniziare a porre dei tasselli per un’area che può dare come minimo 400 posti di lavoro, non solo a livello cittadino, ma regionale». Paolo Rapeanu