L’ISOLA IN CRISI
LA SCOPERTA Il presidente colpito dall’emergenza lavoro: «Sono qui per ascoltarvi e non rappresento le banche»
«Il quadro complessivo è drammatico, anche più di quello che io potessi pensare». È stata una rivelazione per Giorgio Napolitano la visita a Cagliari. Al termine di ogni incontro la sua percezione della crisi nell’Isola è stata sempre più netta. E tra un impegno e l’altro, i fischi per strada amplificavano il concetto: la situazione è disperata. Durante la visita al Consiglio regionale il presidente della Repubblica ha ammesso: «Credo che la Sardegna sia la regione maggiormente in difficoltà nel Paese». Durante la giornata ha incontrato tutti i rappresentanti delle istituzioni ma, dove non sono arrivate le parole degli amministratori e le urla della strada, è arrivata la voce degli operai. Nella sala rossa della Prefettura ha incontrato i rappresentanti di Alcoa, Carbosulcis, Keller, Eurallumina, Queen, Legler e Vinyls ed è uscito «provato».
L’INCONTRO DECISIVO Napolitano si è commosso ascoltando i racconti della crisi vissuta in prima persona da «persone molto serie che hanno dato una rappresentazione precisa impegnativa e attenta delle rispettive situazioni». Sono state le loro parole a colpire nel segno e far commuovere il presidente della Repubblica, che subito dopo ha incontrato le parti sociali nell’Au - la del Consiglio provinciale e ha citato il toccante esempio portato dalla rappresentante del calzaturificio Queen con 400 donne lavoratrici che adesso si trovano forte in difficoltà. A giudicare dalla reazione di Napolitano, nessuno rappresentante della Sardegna era mai riuscito a far arrivare al Quirinale una fotografia reale della crisi nell’Isola. Il capo dello Stato si è anche detto stupito che non sia ancora stato concesso lo Stato di crisi, una richiesta che dall’Isola è partita a gran voce ma evidentemente non è mai arrivata fino al Colle. «Siamo a un logoramento accentuato e acuto della crisi del sistema produttivo e occupazionale sardo: non è una crisi nata da mesi, è una crisi che si è estesa e si è in qualche modo incancrenita da anni - ha detto Napolitano in Prefettura - bisogna ripartire tenendo degli impegni che non sono stati poi osservati da chi li ha assunti a livello nazionale nei confronti della Sardegna». Il riferimento è alla questione fiscale aperta tra la Regione e il Governo nazionale. «Una materia delicatissima, ci sono questioni scottanti che riguardano il profilo tributario, il profilo delle entrate, e usando un’espressione della Regione nell’incon - tro con il Governo “la vertenza en trate ” - ha detto Napolitano in Consiglio regionale - qui ci sono diritti da far valere, impegni da mantenere, e l’interlocutore è chi rappresenta lo Stato, nella continuità dei governi che si succedono». Un invito al Governo Monti ad assumersi le responsabilità di una ferita lasciata aperta dai predecessori, una questione di vitale importanza per la Sardegna.
LE RICHIESTE AL COLLE Il presidente della Regione Ugo Cappellacci di fronte a quello che ha definito «il più grave dramma sociale della storia dell’Autonomia» ha invocato il ruolo di garante del presidente della Repubblica nella trattativa aperta col Governo. «Il presidente ha apprezzato i contenuti progettuali innovativi del dossier Sardegna consegnato al premier Monti - ha commentato Cappellacci - e in modo particolare la volontà della Sardegna di contribuire allo sviluppo e alla crescita del Paese». Il sindaco Masimo Zedda ha ricordato a Napolitano che il Comune «affronterà quest’anno uno degli anni più difficili per gli enti locali tra tagli, nuove tasse, crisi occupazionale e nuove povertà», anche il presidente del Consiglio comunale ha evidenziate le difficoltà dei Comuni di fronte ai limiti del patto di stabilità. La presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo ha chiesto l’intervento della massima carica dello Stato di fronte alla «forte e vibrata protesta nei confronti del Governo nazionale» per la vertenza entrate. La Lombardo si è anche soffermata sulla necessità di una moratoria per contrastare la politica vessatoria di Equitalia. E proprio i movimenti contro la società di riscossione sono stati tra i più rumorosi per le strade percorse da Napolitano. «Non rappresento le banche e il grande capitale finanziario, come qualcuno umoristicamente crede e grida», ha precisato il capo dello Stato durante il suo intervento al Teatro lirico. Le proteste sono continuate anche in via Roma nel pomeriggio e hanno raggiunto l’auto presidenziale. In Consiglio regionale Napolitano ha infatti parlato del «vento di protesta che soffia nell’Isola», ma ha fatto un appello alla calma. «Capisco il malcontento - ha detto ai consiglieri - ma faccio appello a voi rappresentanti delle istituzioni perchè si affronti il malessere con lucidità e freddezza per individuare le soluzioni ai problemi». Una lucidità e una freddezza che, poche ore dopo, hanno lasciato spazio alla commozione. «Sono qui per ascoltare i sardi e la loro voce», ha detto di mattina. E i sardi si sono fatti sentire.